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Anonimo Chiavarese

Dominio Ferrari al pre-mondiale di Malcesine

Quarantasette barche da tutta Europa per tastare il terreno del Mondiale 2025. Venerdì allenamento con il Pelèr, sabato niente vento e domenica tre bellissime regate. E Marco Ferrari le vince tutte

Altro che Nazionale. Quando sulla linea di partenza ti trovi circondato da GER, AUT, NED, DEN oltre che da un mare di ITA, capisci subito che quella di Malcesine dei primi di giugno non è più la terza tappa del Trofeo Carlini, ma la prova generale del Mondiale che verrà. Solo così si spiega la presenza di Soren, campione del mondo in carica venuto in aereo con trolley e randa per salire su una barca di Luca. O quella di Paul Verhallen, sceso dal Paese dei tulipani con la mitica Millefoglie, splendido Bonezzi firmato Vito. E poi Melanie e Matthias, simpatica coppia che avevamo visto lo scorso anno a Sferracavallo – lei austriaca, lui tedesco – che si sono presentati con un furgone speciale: letto matrimoniale sopra e due contender sotto (sì, proprio dentro il van). E ancora Gunther, Martin, Winfred… Alla fine siamo in 47 a girare per il bellissimo circolo della Fraglia in attesa di tastare il “terreno” del campionato iridato 2025 (dal 28 luglio al 3 agosto: segnatelo in agenda).

Giovedì gnocchi (ma niente vento)
L’idea, vista la compagnia e il livello, è fare due giorni di allenamento prima delle regate di sabato e domenica, ma la pioggia (tanta) e il vento (assente) fanno immediatamente capire che giovedì si resterà saggiamente a terra. Venerdì la musica cambia, perché il Pelèr del mattino pompa anche il pomeriggio, quando è previsto un warm up ufficiale con tanto di allenatore, boe teleguidate e una serie di regatine di riscaldamento. Le ondine al largo fanno capire che l’aria è tanta (20 nodi) e alla fine saremo in una decina ad uscire prima che il temporale e l’anemometro (25-28) suggeriscano di rientrare dopo quattro mini-regate e due ore di aria tosta.

Aria da neve
La sera piove, eccome se piove. E poiché fa freddo – eccome, fa freddo – il dubbio è che da qualche parte nevichi pure. Ad esempio sul Brenta che sabato mattina si presenta bianco dietro a Riva, insieme alla certezza che la mitica termica del Garda quel giorno andrà nel pallone. In realtà qualcosa si muove, tanto che il Comitato ci manda in acqua con un’Ora da sud leggera leggera. Il bordo buono è a terra, cioè a sinistra con mure a dritta, e la partenza vincente, ma più rischiosa è in boa. Ferrari, specialista in partenze difficili (vedi l’Europeo 2018 ad Arco) parte primo, gira primo ma… non arriva primo perché l’aria sparisce e il Comitato annulla a trecento metri dall’arrivo. Tutti a terra per la pasta offerta dal circolo, poi in auto a continuare la cena al capannone di Luca per l’ormai consueto “salamella party” con Lambertini nei panni, ma senza grembiule, del “serial griller”.

 

Che gelida mutina…
Domenica sveglia all’alba perché la partenza è fissata per le 8,30. Il primo passo, quello della muta bagnata, è ardito ma il secondo è ancora peggio, perché il Pelèr è in forma e l’acqua davvero fredda. Come dice Davide Fontana, è in quei momenti che capisci perché Sinner ha mollato gli sport freddi e all’aria aperta per darsi al calduccio del tennis…

Partiamo con 18 nodi da nord che salgono rapidamente a 20-22 a mano a mano che il sole illumina e riscalda le rocce lombarde. Anche qui il bordo buono è tutto a sinistra con mure a dritta, meglio ancora se riesci a partire in boa. E anche stavolta il più rapido a partire – e a scappare – è Marco Ferrari che cammina come un treno, anzi come il nome che porta. Gli unici che provano a stargli dietro sono Lambertini, sempre più veloce con aria, Lorenzi, Fontana e ovviamente Soren, un pelo più lento di bolina, ma autentico aliscafo di lasco. Il vento questa volta non molla e Marco vince senza problemi davanti ad Antonio e Soren.

Neanche il tempo di una banana che il Comitato, per evitare sorprese, si rimette ad alzare bandiere e suonare trombette. Nuova partenza e nuovo bordo sotto le rocce con Ferrari che non perde un colpo. Di poppa il vento comincia a rallentare, segno che il motore del Pelèr sta finendo la benzina, ma giusto in tempo per terminare i giri senza sorprese: primo Marco poi un ottimo Paul Verhallen (molto veloce con aria) e il solito Soren. Tutti a terra in attesa dell’Ora, ma alle dodici in punto si ripete il rito della muta bagnata, anche se il sole del momento rende il supplizio assai diverso assai diverso da quello gelido dell’alba.

Partiamo con un sud da trapezio inginocchiato: solito bordo a sinistra sottoterra con virata dentro il golfetto o un pelo prima. Il più vicino alla boa di partenza è Lorenzi, ma il primo a quella di bolina è, manco a dirlo, il solito Ferrari che, vento o non vento, non ne sbaglia una. Alla seconda bolina un temporale sopra Malcesine mischia le carte, con il vento che gira a destra di venti gradi: chi è a terra soffre, chi è più al largo ride. Chi non fa un plissé è Marco Ferrari che, sai che novità, vince anche questa prova davanti a un grande Casadei, primo in tutti i lati tranne l’ultimo. Terzo un fantastico Fabrizio Onofri, che sfrutta in maniera perfetta il salto di vento.

Il tempo per fare una quarta prova ci sarebbe, ma i tuoni che arrivano da terra fanno capire a tutti che è arrivato momento di tornare a casa. E molto in fretta.

Morale della favola?

La Nazionale Pre Mondiale la vince, anzi stravince Marco Ferrari, che si impone davanti a un Lambertini in grande forma. Un po’ più lento del solito (ed è una notizia) il grande Soren, anche se va detto che è salito all’ultimo momento su una barca, identica alla sua, ma diversa come attrezzatura, deriva e albero.

Ma le cose da dire sono tante, anzi tantissime. E per non dimenticarle comincio subito:

1) L’organizzazione del Circolo è stata perfetta ma anche la simpatia e l’accoglienza. Se temevamo di aver a che fare con un circolo di freddi professionisti delle regate, diciamo che il dubbio è fugato: professionali lo sono, ma anche cordiali e molto disponibili.

2) Quarantasette barche, con questo meteo e di questi tempi, sono un gran bel numero

3) Il campo di regata è molto bello, divertente e un po’ meno scontato di quello di Riva, Torbole e Arco. E a chi dice che l’Ora qui non è forte come quella di “lassù”, ditegli di venire a provare il Pelèr di “quaggiù”.

4) Casadei ha provato il nuovo albero di Michele Petrucci (quello piccolo con canalina interna) e una randa nuova in laminato disegnata da lui stesso. Un po’ di difficoltà con il ventone (chi non l’ha avuta?) ma con l’aria leggera della terza prova sembrava l’aliscafo di Riva. A proposito di Casadei, il premio per il primo Over 60 è stato assegnato all’austriaco Gunter Wendl che ha chiuso tredicesimo, ma si tratta di un errore: Stefano, che ormai è vecchietto anche lui, è arrivato quinto in generale…

5) Occhio all’altro Ferrari: si chiama Alessandro ed è il fratello più giovane di Marco. Lo avevamo già visto muoversi bene a Santa Marinella: qui, con l’aria forte di casa ha dimostrato di avere già preso tutte le misure del Contender. Doppietta Ferrari in arrivo?

6) Ginocchio o non ginocchio, Fontana è sempre lì. Alla prima regata in due anni (l’ultima è stata nel 2023 a Santa Marinella) Davide si è presentato con un melone al posto della rotula, ma anche regatando con una gamba sola ha chiuso a un passo dal podio.

7) E a proposito di ginocchio, impossibile non citare Gigi Tezza: instancabile e inossidabile. Ma soprattutto inarrivabile. Sabato sera dopo il “salamella party” inforca la moto e se ne torna sotto la pioggia a Verona per ripresentarsi alle sette del mattino al circolo, pronto per uscire con il Pelèr… Chapeau!

8) La mancanza dello scarto (sarebbe scattato alla quarta prova) ha condizionato molto la classifica: a farne le spese sono soprattutto Roberto Mazzali, scuffiato per una precedenza, ma anche Lorenzi, Chiesa e Bonezzi che pagano duramente il salto del vento alla seconda bolina della terza prova. Paolo Mascino stecca invece la seconda prova, mentre nelle altre era sempre tra i primi.

9) Anche se il ruolo di Terminator gli va ormai stretto (sabato, alla regata annullata, era tra i primissimi) questa volta lo ritengo un titolo di grande merito: finire tutte le prove, comprese quelle con ventone, senza essere un peso massimo significa essere un grande marinaio. Standing ovation per Marco “Oltreilvisibile” Metalpa.

10) Molto belle le foto di Beatrice, bravissima fotografa del circolo che immortala le immagini dal gommone ma anche dal drone. La galleria dei suoi scatti può essere vista su Flikr a questo link. Le altre foto di questo articolo sono di Marco Metalpa che, per una volta, non usa la sua mega attrezzatura ma un semplice telefonino.

11) Davvero bello regatare con gli amici stranieri, alcuni venuti da molto lontano. E scendere in acqua assieme a campioni come Soren e Paul (ma non erano Butch Cassidy & Sundance Kid?) non ha veramente prezzo. Grazie per essere venuti!

 

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