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Anonimo Chiavarese

Anonimo Chiavarese

Bonezzi re delle onde: vince Imperia e conquista il Carlini

Onde, vento e molto divertimento. La Nazionale di Imperia ha chiuso nel migliore dei modi una stagione fantastica. Il Campione Italiano in carica, con quattro primi, si aggiudica la regata e il Trofeo Carlini - Ranking List

“Un tranquillo weekend da leoni”. Lo so che il titolo è un miscuglio, ma non è colpa mia se alla Nazionale di Imperia, ultima tappa del 2023, sono andati in onda, e che onda, due film in uno. Il primo, “Un tranquillo week end di paura” (capolavoro di John Boorman del 1972) è quello che ci siamo sorbiti per tutta la settimana guardando il meteo e scambiandoci whatsapp: hai visto che roba? davvero vogliamo uscire con quaranta nodi e quattro metri? ma non è il caso di rinviare, di annullare… di stare a casa? Il secondo, “Un mercoledì da leoni” (cult movie di John Milius del 1968) è quello che abbiamo visto venerdì mattina ammirando a bocca aperta i windsurf saltare, strambare, rotolare che manco a Hookipa. E credetemi, quando decine di fotografi si piazzano sulla spiaggia con teleobiettivi che sembrano cannoni, vuol dire che quella non è una giornata qualunque… In ongi caso, davvero volete sapere come andata? Rilassatevi che inizia il film.

Pazza idea
La pellicola si apre con una scritta a caratteri cubitali: “Mai credere alle previsioni”. Perché dopo tanto allarme e troppo pessimismo scopriamo che il fine settimana, in fondo, non è così male. Vero che a Livorno ci sarà una tromba d’aria, a La Spezia una bomba d’acqua, a Chiavari un’alluvione… ma tra una disgrazia e l’altra si fa strada, con la voce di Patty Pravo, una “pazza idea”: e se partissimo lo stesso?

Sul ponte del Titanic
Venerdì, lo avete capito, non è giornata da Contender. Smontiamo le barche e sistemiamo i carrelli sul molo di ponente che, tra spruzzi e onde, sembra il ponte del Titanic. Sabato mattina le raffiche si calmano, le onde no. E infatti al posto dei windsurf, rimasti a dormire, ci sono decine di surfisti a mollo in attesa di quella giusta. Alle 13, con la prima bava da 200/210, ci spediscono in acqua. Più mare che aria, ovviamente, ma la scelta è sensata perché Eolo comincia a fare le flessioni.

Trombe e trombette
Chi non è pronto, invece, è il Comitato che, unico errore di un week end praticamente perfetto, litiga con tromba e trombette. Così, quando pensiamo che sia l’ultimo minuto, vediamo il local Giulio Riano che cazza tutto e parte al trapezio. Un momento di imbarazzo, poi l’urlo di Luca Bonezzi ci rimette in pista: “Siamo partiti! Siamo partiti!”. A terra ci spiegheranno che il Comitato, smarrita la bomboletta acustica, aveva usato un’improbabile trombetta a voce per i cinque, un fischietto per i quattro e la ritrovata trombetta per ultimo e partenza. Risultato: quando pensiamo che salga la P, vediamo scendere la C. Superata la confusione, ci lanciamo all’inseguimento del fuggitivo Giulio. Il più vicino è Daniel Chiesa che, onda o non onda, cammina come un motoscafo e azzecca il bordo a terra, il più lontano è Lambertini finito troppo al largo a provare quando sulla linea andava in scena il concerto per trombe e fischietti. La fuga del giovane Riano, classe ’98, dura poco perché là davanti sono veramente veloci. Prima della fine Luca si becca una 42, gira due volte ma, per sua fortuna, il Segretario è troppo distante. Risultato: primo Chiesa, secondo Bonezzi e terzo Orfino.

Santa Cruz, la vendetta
Alla seconda prova il vento sale. E anche il mare. Partiamo con una quindicina di nodi e un’onda di quasi due metri che ogni sette (sì, ogni sette onde) ne aggiunge ancora un po’. Mancano i leoni marini ma il paesaggio là fuori, come dirà a terra Lambertini, comincia a essere quello di Santa Cruz Mondiale 2016: salite, discese, frangenti… ma soprattutto un’onda confusa e incrociata perché a quella di ponente lungo costa si somma quella di libeccio dal largo, dove vento e mare sono molto (molto) più forti. Il motoscafo questa volta è quello di Luca: poggia un pelo ma sale più all’orza lisciando il pelo a quella regola aurea che circonda la deriva lunga (hydrofoil, dicono gli ingegneri) che caratterizza il Contender. Alle sue spalle, dopo un bel duello nel secondo lasco, chiude Antonio Lambertini, finalmente puntuale sulla linea di partenza. Terzo Daniel, ormai abbonato alle primissime posizioni.

In groppa ai cavalloni
Neanche il tempo di una banana che il Comitato annuncia la terza partenza. Il vento, misurato dal gommone, è sui diciotto con raffiche a venti. Ma quello che più impressiona sono le onde ancora più strette e ancora più ripide. Si parte con cunningham a ferro e vang a palla, che di potenza a quel punto ce n’è fin troppa. La bolina è un ottovolante ma si riesce ancora a gestire. Le cose, invece, si complicano appena girata la boa quando, alla velocità della luce, inizia un rodeo con i cavalli, anzi i cavalloni che arrivano, non da poppa o da prua, ma esattamente di lato. Stare al trapezio è impresa da circo ma non farlo è come tirare il freno a mano. Chi non lo tira sono certamente i primi tre che si lanciano come non ci fosse un domani verso l’arrivo: nell’ordine Luca, Antonio e Daniel. Bravissimi, ovviamente. Ma bravi anche tutti quelli che hanno il avuto il fegato e la capacità di portare a termine quel rodeo. E quando a terra vediamo i windsurf di nuovo fuori a fare i numeri, si fa strada un dubbio ingombrante: ma davvero era una giornata da Contender?

Il coniglio del “windguru”
Alla sera Assemblea di Classe (di cui parleremo in un altro articolo) seguita da fettuccine al tocco e coniglio al vermentino su in collina guidati dal “windguru” di Imperia, il bravissimo e simpaticissimo Sandro Oddone. Domenica non si muove una foglia. Le onde sono ancora lì ma del vento, come dicono i siti, non c’è traccia. Tutti a casa? Manco per idea. Perché come diceva la scritta all’inizio del film: “Mai credere alle previsioni”. Alle 13, come il giorno prima, le bandiere si orientano a ponente e il Comitato ci manda in acqua. Questa volta le trombe funzionano e partiamo tutti con un dieci nodi da 210. Il dubbio è se andare fuori, dove il libeccio bussa, o a terra con il ponente che vuole entrare. Chiandussi se la gioca al largo e vince la scommessa: gira primo e chiude con distacco davanti a Daniel e Antonio. Luca, peggior risultato del fine settimana, arriva quarto. Il vento rinforza e le onde crescono. Il Comitato mette la Oscar, segno che siamo felicemente sopra i dieci nodi (tredici, quattordici?). Luca parte dalla boa e tira al largo mure a dritta mentre Antonio, poco sopra, vira prima e si butta a terra. Differenza di passo o di vento? L’unica certezza è che Luca gira primo e chiude primo davanti a Lambertini e Chiesa.

Rodeo extralong
La terza prova sembra la fotocopia del giorno prima, con il vento e le onde che salgono di nuovo. I nodi sono un po’ meno di sabato (diciassette, diciotto), i metri gli stessi ma i cavalloni, ahimè, ancora più ripidi e incrociati. In questo caos – come altro chiamarlo – il più veloce è Antonio che si butta a terra e gira primo con un buon distacco seguito da Luca e Daniel. Solito iperspazio, solito rodeo ma con una novità: questa volta, ultima prova, il Comitato non accorcia ma ci lascia correre fino in fondo. Antonio, convinto della riduzione come nelle altre prove, si lancia verso il traguardo, mentre Luca inforca subito la terza bolina.

Morale della favola?
Luca vince tutto: ultima prova, ultima Nazionale e, già che ci siamo, anche il Trofeo Carlini, a suggello di una stagione davvero da incorniciare. A vincere, però, siamo stati un po’ tutti noi che abbiamo sfidato il meteo e il mare per una regata e un fine settimana che ricorderemo a lungo. A convincere, infine, sono stati Imperia e il suo circolo: bellissimo campo e grande accoglienza. Ci rivedremo presto.

 

Cartoline dalla Riviera

Tra le onde e il vento ci sono due ultraleggeri che meritano una citazione. Il primo è Adriano Chiandussi che oltre a volare con poca aria (cosa nota), ha iniziato a decollare con più vento (cosa nuova). Merito dell’insistenza di Daniel (“cunningham, cunningham”) o semplice bravura? Nel dubbio, Adriano è sempre più veloce e completo. L’altro ultraleggero di cui parlare è Marchin Metalpa, perché affrontare quelle condizioni con il suo peso e tornare a terra con il sorriso a quarantotto denti significa aver colto in pieno lo spirito del Contender: “Oggi mi sono proprio sentito vivo”.

Che il gruppo di Ispra fosse in ascesa lo abbiamo capito da tempo, ma Paolo Jannarone e Antonio Tebaldi sono andati ben oltre le aspettative: hanno fatto bellissime regate, specialmente quelle con le condizioni più difficili. Davvero bravi.

Alla fine dell’ultimo rodeo sento alle mie spalle un urlo da cow bow. E’ James Mason che, gasato come pochi, scende a trenta, quaranta nodi da un’onda gigantesca. Alla fine della planata gli chiedo se si è divertito e lui, inglese con barca francese venuto a regatare in Italia, mi risponde ridendo: “Un poco difficccile, ma tutto belisssimo!”.

Il premio Terminator, anche se virtuale, dovrebbe andare a chi, a classifiche rovesciate, ha concluso tutte le prove. Questa volta vorrei forzare la mano ed assegnarlo a Silvio Giudici. Impossibile, per chi non è abituato, uscire sul Contender con quel vento e quel mare. Ma la scelta di provarci è il segreto per riuscirci. Bravo.

Vento da maestrale, corrente da grecale. Non so se esista un proverbio del genere, ma vi posso assicurare che in tutte e sei le regate era impossibile stare fermi sulla linea di partenza. Prua al vento, randa in bando… e l’Ocs che si avvicina.

“Noi siamo malati, ma quelli stanno peggio”. La frase, lapidaria, la pronuncia Eugenio domenica mattina mentre, facendo colazione, dalla finestra dell’albergo guarda i surfisti a mollo tra le onde. Difficile dargli torto visto che sono le 7.30 del mattino. Peccato che poche ore più tardi saremo tutti là fuori, non con una tavola da surf ma con un Contender. E con molto più vento e molta più onda. Chi è più malato?

Classifica Imperia

Classifica finale Trofeo Carlini 2023

Quelli di Imperia…

 

Il podio di Imperia

 

Da Ispra con furore: Jannarone&Tebaldi

 

Il Lambe in strapoggiata

 

Il finto Brontolo…
…e quello vero!

 

Condizioni da Contender?
Tanto per avere un’idea

 

Il simpatico James Mason: inglese in Italia con barca francese

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