Questo inverno ho scaricato dal sito danese il filmato della virata da Dritta a Sinistra e vi avevo individuato 2-3 punti chiave:
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La scotta e’ tenuta sulla braga del trapezio a portata di mano, col vantaggio di avere una mano libera. Questa era per me una scoperta.
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Il fatto di sganciarsi dal trapezio e poi iniziare la manovra “tirando” sul trapezio.
Manovra definita “da culturista” per la forza necessaria (ma a me Soresen non sembrava un culturista tipo Luca Polenta :-)))) – Luca non ti arrabbiare, ma non potevo portare come esempio Paolo Bordini) -
Il piede di appoggio per rialzarsi dopo che si e’ passato sotto il boma, e’ sempre interno e si appoggia alla scassa della deriva.
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Mi sono detto, voglio imparare.
Però l’acqua e’ fredda ed aspetto che sia più caldo, poi non c’e’ vento, poi….insomma non ho ancora avuto il fegato di provarci per un pomeriggio intero.
Ieri sera gironzolando per Internet sono capitato nel sito internazionale ed ho trovato il link che riporta a tutta una serie di filmati realizzati in Inghilterra e Danimarca. Incuriosito ho scaricato un’altra virata di Soren, questa volta mure da Sinistra a Dritta.
Si sa che le cose riviste dopo un po’ di tempo rilasciano dei particolari che prima non si notavano. Così mettendo in fila la virata destra e poi la sinistra ho avuto un quadro completo dell’azione.
Quindi ora ho trovato altri punti interessanti dove focalizzare l’attenzione per eseguire la virata.
L’impressione che avevo all’inizio sembra essere reale, non occorre forza per virare così. Infatti Soresen dopo aver sganciato il trapezio si porta indietro col peso ruotando sui piedi
e questo lo porta molto basso e pronto a passare sotto. A questo punto vuoi che sia fatto apposta, vuoi che serve per far passare lo stick, il timoniere agisce sul timone, non in modo pesante ma comunque significativo
e cosi’ con lo spostamento del peso si completa il movimento di cambio delle mure alla barca.
A questo punto, diversamente da come avevo visto le prime volte io, Soren non si aggancia e poi esce ma fa il movimento esattamente contrario
prende il trapezio con la mano esterna ed esce mentre contemporaneamente tiene lo stick nel cavo dell’ascella, o contro il petto, per non perderlo e con la mano libera e con i piedi sul bottazzo, si aggancia e riprende il timone.
Qui avere la scotta della randa passata in qualche modo nella braga e’ fondamentale.Rivedere a questo punto le immagini si ha la sensazione di una fluidita’ di movimento incredibile. Sono convinto che questa manovra non sia nata a tavolino, ma casualmente in un momento particolare di foga agonistica da una persona che ha una dimestichezza tale della barca da usarla come fosse una parte di sé stesso……..
Spero di non avervi annoiato, spero di imparare questa manovra per la bellezza del gesto atletico.
Se volete discuterne o portare qualche consiglio… sono quaBuon vento a tutti,
Daniele