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Podio allargato: i primi tre e Niccolò Zamagni, primo Under Trenta
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Anonimo Chiavarese

A Follonica stravince Chiandussi. Ma Belushi non c’entra

Senza scarti e senza vento. Tre prove sul filo del minimo sindacale d'aria e l’ansia di non dover sbagliare nulla. E il più bravo in queste condizioni, ancora una volta, è stato Adriano Chiandussi

Dimenticate Belushi. Certo, la tentazione di affermare che quando il gioco si fa leggero, i leggeri iniziano a giocare è forte. Ma priva di senso. Perché a Follonica, lo scorso week end non hanno vinto i più leggeri. Soltanto i più bravi. E se uso il plurale un motivo ci sarà. Volete saperlo? Mettetevi comodi che vi racconto come è andata.

Una cosa ovviamente la sapete. La scomparsa di Papa Francesco ha colpito, commosso ma anche fermato l’intero Paese. Eventi cancellati, manifestazioni sospese. Mercoledì la Fiv decide che sabato 26 aprile, giorno dei funerali, verranno annullate tutte le regate, il che significa che la seconda prova del Trofeo Carlini sarà di un solo giorno. 

Che si fa? Si ferma tutto? Rapido consulto ma alla fine il Consiglio decide che la Nazionale resta. Vorrà dire che nel lungo weekend faremo più allenamenti che prove, cosa che in vista del Mondiale non è nemmeno da buttar via.

E infatti giovedì, complice il lungo ponte, ci sono già le prime barche che escono con uno libeccio sugli otto, dieci nodi. Venerdì il vento cala ma la flotta aumenta. E con quindici barche la faccenda si fa più seria: partenze a coniglio e boline che non finiscono mai.

Sabato, come detto, niente regate ma, visto che ci siamo tutti, il circolo mette giù due boe e ci da un po’ di partenze a raffica da un gommone. Il problema è che il vento comincia a dare i numeri, come direzione e intensità: un frullatore capace di passare da zero a quindici nodi, passando da maestrale, libeccio, tramontana e ricominciare da capo. Molte scuffie e parecchia confusione: la sensazione, a dirla tutta, è che se anche avessimo regatato non saremmo riusciti a fare niente di serio.

Domenica è un altro film. Che non è “Tutto in un giorno”, pellicola spagnola con Penelope Cruz, ma qualcosa di molto simile. Perché un conto  è uscire a provare, un altro regatare. E perché in una sola giornata, anche se la Fiv ha dato il via libera,  sarà difficile fare quattro prove, quindi niente scarto. Tutto in un giorno. Se mai ce ne fosse bisogno, ci si mette pure il meteo, con previsione di pioggia e niente vento. Eppure…

Eppure entriamo in acqua alle dodici con un sei nodi da 210. Sembra disteso ma ci sono chiazze qui e là, soprattutto non si capisce se vuole rinforzare da sinistra o da destra. E infatti la flotta si spacca in due, con  Albano che, come al solito, parte in boa e va a sinistra e Chiandussi che preferisce la barca giuria e andare a destra. Risultato? I due girano sereni davanti agli altri, alla faccia del lato migliore. Nel lasco Adriano “sfodera” il suo peso (qui lo possiamo dire) e passa in testa andando a vincere davanti a Geppe e Luca Bonezzi.

Il vento intanto gira tra 220 e 230 ma resta sui sei nodi o un pelo di più. Questa volta il più veloce è Marco Ferrari, che non è una piuma ma con ariette è sempre veloce (ve l’ho detto che John Belushi non c’entrava): gira primo con distacco inseguito da Chiandussi, Lambertini, Chiesa e Babbi. Al lasco succede il fattaccio: il gommone della 42 fischia e indica Marco che fa un giro e prosegue. Preso dal dubbio, Ferrari chiede lumi a Daniel, fa un altro ma la giuria nel frattempo si è già allontanata. Risultato? Marco vince ma viene squalificato perché i giri, oltre ad essere due, devono anche essere consecutivi. Chiandussi, arrivato secondo, si trova con un altro primo nel cassetto davanti a Daniel, Antonio e a un ottimo Babbi in acqua con il Bonezzi in epossidica reduce dal Mondiale negli States.

Il vento si assesta sui 230 ma inizia a perdere colpi, anche perché da terra si fanno vedere le prime nubi annunciate dal meteo. Tutti o quasi vanno a sinistra, ma un gruppetto, tra cui Mascino e Ferrari (Alessandro, non Marco) puntano a destra verso un temporale che arriva velocemente, ma altrettanto rapidamente si arresta. E infatti il gruppo dei sinistri passa ampiamente davanti guidato da Marco Ferrari. All’inizio del lasco il vento ci saluta: regata da annullare, ovviamente, ma la giuria, vista la penuria di prove, tiene duro e dà all’arrivo alla fine del primo giro. Vince Marco davanti davanti ad Albano e Chiandussi. Quarto Bonezzi e quinto un bravissimo Sparaco.

Morale della favola? La Nazionale di un giorno la vince Chiandussi: vittoria meritata ottenuta con un ottimo passo e una tattica perfetta, confermando che il nostro è sempre più in forma. Tirare in ballo il peso, lo ripeto un’altra volta, è del tutto fuori luogo: e lo dimostra il fatto che alle sue spalle, se non ci fosse stata la squalifica, sarebbe arrivato un “uomo di peso” come Marco Ferrari. La classifica finale vede invece al secondo posto un bravissimo Geppe Albano, primo dei vecchietti, e Antonio Lambertini. Quarto, davvero bravo, Egidio Babbi.

 

CARTOLINE DA FOLLONICA

Largo ai giovani

Niccolò Zamagni vince la coppa dell’Under Trenta, ma la notizia è che in acqua c’era un altro giovane. E che giovane: stiamo parlando di Bruno Mantero arrivato il giorno prima con la barca da montare e rimettere in sesto (lamelle, stroppetti e quant’altro). L’obiettivo, per entrambi, è di prepararsi per il Mondiale. E con il ritorno di Chiara Rizzi, altra giovane che questa volta non c’era, prende corpo la sensazione che l’eta media finalmente si abbassi.

Una randa o l’altra

Per gli amanti del genere segnalo che ai primi quattro posti c’erano quattro rande Daniel Chiesa, in netta controtendenza con quanto avvenuto ad Ancona dove sul podio sono salite due Olympic (Mascino e Onofri). L’unica costante è che sia ad Ancona che a Follonica, al secondo posto (squalifica permettendo) avremmo avuto la Garda Sail di Marco Ferrari. Che significa? Assolutamente nulla, ma è curioso che in condizioni così diverse (vento medio alla prima Nazionale, leggero alla seconda) ci siano stati risultati così diversi, tranne quello di Marco.

Niente da scartare

La mancanza di uno scarto ha ovviamente condizionato la classifica, perché in condizioni così leggere era difficile non commettere errori. E questo aumenta il valore del risultato di Chiandussi, mai andato sotto il terzo posto.

Il Gatto e la Volpe

Una vecchia pubblicità della North Sails diceva che: “Speed Makes you a Tactical Genius”. A tale proposito riporto testuale un commento inviato da Antonio Lambertini ad Erasmo Carlini: “I due vincitori di Follonica sono stati il Gatto e la Volpe, Adriano e Geppe. Potevano partire uno in barca comitato e fare il bordo a destra, l’altro in boa e fare il bordo a sinistra che all’arrivo erano comunque uno primo e l’altro secondo. Ed è quanto successo nella prima regata”. Il passo non sarà tutto. Ma di certo conta.

Vittoria di Classe

La Nazionale l’ha vinta Adriano, ma a Follonica – posso dirlo? – hanno vinto tutti. Perché trenta iscritti a una regata di un solo giorno con un meteo incerto e un rientro che, visto il superponte, era chiaramente da bollino rosso dimostrano che la nostra è una splendida classe. A questo punto fatto trenta, facciamo trentuno. O anche di più. Tutti a Cesenatico il 24 e 25 maggio.

 

Podio troppo alto per un Over 60? Battute a parte: Albano è stato superbravo e superveloce

 

Mantero, le lamelle… e i consigli degli “umarìn”

 

Sembra una predica: è invece il dovuto ringraziamento della Classe a tutto il circolo di Follonica. Davvero bravi

 

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