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Podio Numana 2025
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Anonimo Chiavarese

Mascino in forma Mondiale: a Numana batte tutti. Anche la corrente

A Numana la prima Nazionale dell’anno. Stravince Paolo Mascino, davanti a Marco Ferrari e Fabrizio Onofri. Ventotto barche, ottime condizioni di vento e sei prove su sei. L’anno del Mondiale è iniziato nel migliore dei modi

Buona la prima. Se “Il grande anno del Mondiale” fosse un serial tv saremmo qui a brindare parlando di ottimo share e grande audience. Visto che non siamo una casa di produzione ma una classe di vela ci limitiamo a dire che la puntata d’apertura del nostro planante spettacolo è stata semplicemente perfetta, con 28 attori (tutti protagonisti), condizioni meteo freddine ma ideali per regatare e sei prove su sei concluse senza intoppi e senza ritardi. Certo, poiché “la ruggine non dorme mai” (Neil Young) c’è voluto poco a capire chi si è allenato tutto l’inverno e chi, proprio a Numana, ha messo la barca in acqua per la prima volta. Ma di questo, parleremo tra poco. Nel frattempo, come dicono quelli del calcio, via con le immagini della partita.

Giovedì butta male, perché il meteo prevede sfracelli per tutto il week end o quasi. Se ne accorgono Lambertini e Orfino che, arrivati per due giorni di allenamento, sono costretti a calmare i bollenti furori di fronte alle onde che passano il molo e un vento che porta via. Venerdì arriviamo tutti ma succede l’opposto: il male si rilassa, la pioggia non smette e il vento… sparisce. L’allenamento si trasforma rapidamente in una pasta alle vongole a casa di Bruno sotto la direzione dello chef Bonezzi.

Sabato piove, no c’è il sole, però si copre. E il vento? Là c’è una striscia, forse si avvicina, no si allontana. La barca giuria nel dubbio esce ma resta a ciondolare a lungo in attesa che qualcosa arrivi davvero. Alla fine ci mandano in acqua e quella che sembrava un’ordinaria giornata di cippa (leggi bonaccia) si trasforma, non si sa come, in un bel pomeriggio di vento.

Si parte con un 360 (o zero spaccato, fate voi) sui nove-dieci nodi. Il bordo sarebbe a terra, ma l’aria pompa forse più al largo e la flotta si spezza in due. Chi arriva in boa da fuori con mure a dritta capisce in fretta che il bordo giusto era sotto costa, non tanto per il vento, ma per la corrente da nord. Il primo a girare è il megapresidente Mazzali che battezza nel migliore dei modi la barca nuova, una epoxi-Bonezzi blu e bianco molto simile a quella di Daniel. La festa di Bob dura solo un lato, il primo, perché già alla boa comincia un rodeo tra chi, proprio a causa della corrente, arriva mure a dritta ma non prende la boa, chi vira, chi chiede acqua, chi rivira. In questo bordello il più veloce a fuggire è Paolo Mascino che appena poggia per il lasco ingrana la quinta e saluta tutti. Il secondo a tagliare è uno straordinario Orfino davanti a Luca Bonezzi con barca nuova e nuovo numero (79 al posto dello storico 40).

Il vento gira a 340 ma sale anche a dodici-tredici, tanto che sulla barca comitato spunta la Oscar. Questa volta la partenza più richiesta è quella in boa per un bordo sottocosta. Il più veloce è Marco Ferrari (le partenze dal pin sono il suo forte, vedi Europeo di Arco) che gira tutte le boe con distacco e sicurezza chiudendo davanti a Mascino (rieccolo) e a un ottimo e velocissimo Onofri. 

Terza prova, terzo regalo: quello del vento che gira ancora a sinistra (siamo a 330) ma soprattutto non molla e a volte persino rinforza. La giuria ci mette un po’ a rimettere in sesto il campo e qualcuno si esibisce in esercizi ginnici. Insomma, fa un bel freddo. Quando partiamo il più caldo è Mascino, non in omaggio al mitico film con Giancarlo Giannini (Paolo il caldo, 1973) ma del fantastico allenamento invernale di tutto il gruppo Stamura. E infatti il nostro Giannini, pardòn Mascino, vince davanti all’altro anconetano Onofri. Terzo Marco Ferrari e quarto il segretario Orfino.

La prima giornata si chiude con un fantastico Mascino in cima alla classifica, davanti a un ottimo Bruno e a Marco Ferrari che paga la scelta infausta del bordo al largo nella prima prova (undicesimo posto in attesa dello scarto). La sera tutti da Battibecco per una supercena di carne (segnalo lo “spiedino impiccato”: non sapete di cosa si tratta? Peccato per voi)

Domenica soffia. Non tanto, ma quindici nodi là fuori ci sono tutti, mentre a terra si abbassano i rake e spuntano le vele vecchie. Pronti a uscire? Nemmeno per idea, perché il comitato ha problemi con la boa di bolina che, ancora non  lo sappiamo, ma verrà sostituta con un gommone con apposita bandiera. Quando finalmente entriamo in acqua la planata per arrivare in partenza dura poco, perché il vento si prende una pausa di profonda riflessione. E i quindici nodi? Beh, forse là fuori, anzi là sotto, no più in alto. Insomma, il vento comincia a ballare, non tanto come direzione (che resterà quasi sempre sui 330) ma come intensità: dodici, quattordici, anzi cinque, poi dieci, quattordici… Quella che non molla, anzi rinforza è invece la corrente: un tapis roulant instancabile che trascina tutto e tutti verso sud alla non trascurabile velocità di due nodi. Ce ne accorgiamo in parte alla partenza della prima prova, quando all’ultimo minuto non basta essere vicini alla linea: bisogna proprio mettere il trapezio e bolinare decisi per non partire con dieci lunghezze di ritardo. Ma i guai, quelli veri, iniziano alla boa di bolina, quando vicino alla punta delle Due Sorelle il tappeto liquido dà il meglio di se stesso: un fiume in piena che rallenta chi si presenta di prua mure a sinistra, ma soprattutto sbatte sulla boa chi arriva di lato mure a dritta. Virate, controvirate, boe toccate, penalità, scuffie… Chi non fa una piega è (ormai l’avete capito) Paolo Mascino che gira primo e arriva primo davanti al solito Onofri (altro doppietta Stamura) e al redivivo Lambertini che, in attesa del rientro in Italia della sua epoxy verde, ha rispolverato la mitica e iridata Bonezzi in legno del 2012. La quinta prova la porta a casa Ferrari, non Marco ma Alessandro, che sui laschi si rivela uno dei più veloci d’Italia: chiude primo, con distacco, davanti al solito Mascino e al proprio fratello. Da segnalare l’impresa di Marco Ferrari: alla fine della seconda bolina la corrente lo sbatte, come tanti altri, contro la boa. Il guaio è che il timone si impiglia nella cima dell’ancora del gommone-boa. Marco non si perde d’animo: salta sul gommone, alza il timone, torna in barca e riparte in planata. Nemo problema.

I giochi a questi punti sono fatti, perché Paolo vince con una prova d’anticipo. Ma siccome il Carlini è il Carlini, ecco che il vincitore non punta la prua a terra ma dritta sulla linea di partenza. A vincere sarà ancora Ferrari (Marco, questa volta), davanti a Bonezzi e a un più rilassato Mascino che, oramai, anche quando va piano fila sempre come un treno.

Morale della favola? Vince, anzi stravince “Paolo il caldo”, per gli amici Mascino che è stato il più veloce, il più sicuro, il più deciso. E nell’anno del Mondiale non è cosa da poco. Dietro di lui un velocissimo Ferrari (Marco) che ha pagato alcuni errori ma è riuscito a ribadire che, quando non sbaglia, non è secondo a nessuno. Terzo un sorprendente Onofri, dove la sorpresa non è nel risultato (che Fabrizio fosse bravo lo abbiamo capito in fretta) ma nell’aver dimostrato di essere forte anche quando l’anemometro si scalda.

Ma non finisce qui. Perché quello che abbiamo visto lo scorso week end è un film perfettamente riuscito, con splendide immagini e molteplici messaggi. Io, per il momento, ne segnalo uno solo: a Numana non è iniziata la stagione. E’ cominciato il Mondiale.

 

 

Cartoline da Numana

 

Ancona e le palle di Agassi

“Se colpisci 2500 palle al giorno, cioè 17.500 la settimana, cioè un milione di palle l’anno, non potrai che diventare il numero uno”. La vela non è il tennis, ma quello che diceva Mike Agassi al figlio Andre vale per tutti: più ti alleni, più sei forte. E questo, né più né meno, è quello che hanno fatto i ragazzi di Ancona durante l’inverno. Hanno assoldato un allenatore, il bravissimo Marco Bartoletti, e sono usciti tutti i sacrosanti fine settimana. Il risultato? Guardate la classifica e giudicate voi.

Tornano le lunghe

Giovanni Bonzio lo aveva detto: “Le derive sono come le gonne, ora vanno quelle corte, ma prima o poi torneranno le lunghe”. E lunghe e in carbonio sono quelle di Paolo Mascino e Francesco Pelizza, lunga (con tre buchi per un po’ di variabilità) quella nuova di Mazzali, lunga quella di Marco Ferrari. Orfino è rimasto con la media ma, tanto per cambiare qualcosa, ha preso quella prodotta e venduta da Max Billerbeck, più sottile in ingresso e con il “grasso” al trenta per cento della corda anziché il più comune quaranta.

Il Contender di “Pico” Casadei

L’inverno è lungo? Rivolgetevi a Stefano e vi passerà in un attimo. Perché il nostro, che non riesce stare fermo, non si annoia nemmeno un minuto. Così, ecco il trasto della randa come sul 470, una randa in laminato azzurro dall’uscita ultrapiatta, una telecamera a prua dalle riprese sferiche a 360… Pico (Casadei) De Paperis.

Visti da fuori

Cominciamo da Mascino. L’ho incrociato più volte di prua, che non è una bella cosa perché significa che lui era già di bolina e io ancora di lasco. Questo però mi ha permesso di notare la posizione più stesa, più naturale, insomma, più elegante rispetto a due, tre anni fa. E altrettanto mi è capitato di vedere nei laschi di Marco Ferrari e adesso anche di Alessandro, con la gamba di prua stesa e il busto eretto, planando in piena velocità e in tutta sicurezza. Forse è un caso, o forse no, ma in barca l’eleganza non è mai (solo) una questione estetica: significa controllo e sicurezza. E ovviamente velocità.

Anno nuovo, barca nuova

Con la scusa del Mondiale sono molte le novità, nel senso di barche. Nuova quella di Bob Mazzali, nuova quella di Luca Bonezzi e nuova quella di Adriano Chiandussi che ha dimostrato di essere veloce anche senza i suoi adorati rattoppi con il ducktape. Ma la vera novità, anche se usata, è la barca di Chiara Rizzi tornata nella flotta Contender in vista del Mondiale di Malcesine. Welcome back!

Numana 2025 Classifica finale

Marco Bartoletti, il bravissimo velista (ex 470) che ha allenato per tutto l’inverno la flotta di Ancona. E i risultati si vedono tutti

 

La nuova barca del megapresidente Mazzali

 

L’interessante sistema di controlla della deriva: una cima unica per alzarla (con doppio passaggio) e abbassarla. Ideata da Daniel Chiesa, copiata e incollata da Luca Bonezzi sulle nuove barche

 

Addio ai mitici rattoppi: la nuova epoxy di Adriano Chiandussi. Praticamente perfetta

 

La nuova deriva di Bruno Orfino realizzata da Max Billerbeck

 

In laminato morbido e azzurra come il cielo: la nuova randa disegnata da Stefano Casadei e realizzata da Cassio Barbizi (ex contenderista) con tessuto prodotto dalla H-bite di Michele Merani

 

Il podio di Numana: Paolo Mascino e, a destra del presidente del Circolo Massaccesi, Marco Ferrari e Fabrizio Onofri. Accovacciato, il primo over 60: sembra Eugenio Patrone, ma è il giovane Albano

Lambertini pigliatutto: quinto titolo e Trofeo Carlini

Antonio conquista un altro “scudetto” e chiude alla grande il 2024 in attesa del Mondiale di Malcesine il prossimo anno. Secondo Marco Ferrari, protagonista di un bel duello stagionale con Lambertini. Terzo il “local” Paolo Mascino, sempre più forte, sempre più veloce. E a proposito di Mascino, occhio al nipote Giovanni che a soli diciotto anni…

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Il Contender secondo Bubi

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