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flotta contender al campionato iraliano di lovere 2020
Anonimo Chiavarese

Anonimo Chiavarese

A Ferrari il titolo…

A Lovere lo Zecchino d'Oro.

“Quarantrè Contender in fila per sei col resto di uno…”

 

Lo so bene, un campionato italiano non è una gara di canto, ma per i motivi che leggerete tra poco il riferimento allo zecchino dorato è un omaggio inevitabile. Finita la premessa, anzi il ritornello, torniamo alla cronaca e diciamo subito che Marco Ferrari ha vinto con merito e bravura il Campionato Italiano, bello e difficile, che si è tenuto dal 25 al 27 settembre a Lovere, in cima al Lago d’Iseo. Bello, perché la classifica è rimasta aperta e incerta fino all’ultima poppa, tanto che all’arrivo tutti ci chiedevamo chi avesse vinto il tricolor; difficile, perché il maltempo che ha piegato l’Italia per una settimana, ha trasformato il campo di regata in un videogame con buchi, salti e pericoli, come i tanti, troppi tronchi di legno portati in acqua dalle piogge monsoniche del venerdì. Già, Marco con la sua barca rossa – rosso Ferrari? –  è stato davvero il più bravo perché è riuscito a superare indenne le difficoltà spuntate come funghi nel corso delle varie prove. Come la prima di sabato (la prima del campionato, visto l’annullamento delle regate di venerdì) corsa con un sud che, contrariamente alle regole e alle convinzioni di tutti i locals, è entrato da sinistra anziché da destra. O come la terza partenza, sempre di sabato, dove un nord vivace (sì, il vento era nel frattempo girato di 180 gradi) ha deciso all’ultimo minuto di favorire nettamente la boa: Marco, senza fare una piega, si è lanciato come un missile lungo la linea e ha sfoderato la sua micidiale partenza mure a sinistra che lo ha reso famoso agli Europei di Arco del 2018. E qui i conti si pareggiano, almeno in parte: perché se Marco, sul Garda, aveva mancato all’ultimo una vittoria che tutti davano per certa, a Lovere ha centrato all’ultimo un titolo che non era affatto certo. Basti dire che sabato sera, giorno del suo compleanno, in testa alla classifica c’era Antonio Lambertini, poi finito al quinto posto. Basti dire che al secondo e terzo posto si sono piazzati, bravissimi, Davide “Jimmy” Fontana e Roberto “Bob”Mazzali che senza vincere nemmeno una prova hanno fatto della regolarità la loro arma (quasi) vincente, a conferma delle tante difficoltà di questo campionato lacustre di fine settembre.

 

“… planavano contenti in fila per sei col resto di uno…”

 

 

Torniamo per un attimo alla citazione canora. Perché al di là del podio e del titolo, in questo campionato ci sono ben 43 vincitori: sono i contenderisti che nell’anno del Covid e in una settimana di pioggia, grandine e neve (tanta quella caduta sui colli davanti al circolo) si sono presentati a Lovere per dar vita a un campionato tra i più partecipati del 2020. Tanto per intenderci, meglio del Contender quest’anno hanno fatto soltanto i campionati di 420, Laser e Optimist, mentre peggio, a volte di molto, hanno fatto i campionati di classi blasonate come gli FD, i Fireball, i Finn, i Vaurien, i Flying Junior e persino l’olimpionico 470.

 

“… le poppe allineate, in fila per sei col resto di uno…”

 

Le ragioni di questo successo sono tante, ma di sicuro portano alle nuove flotte che stanno crescendo ad Ancona, a Ispra e proprio lì, sul Lago d’Iseo. Tanto che, come già diceva Guido Ciccotti alla Nazionale di giugno a Bracciano: “Con tutte queste facce nuove sembra di essere in un’altra classe”. Tra le “facce nuove” vorrei segnalare quella di Gigio – Luigi Camillo Zorza, con i suoi diciassette (diciassette!) anni.

 

“… sei per sette quarantadue. E uno quarantatre!”

 

Sì, il ritornello originale era un po’ diverso, ma in quel Contender mancante (ne bastava uno e avremmo fatto davvero quarantaquattro) ci sono idealmente i tanti amici che non hanno potuto venire questa volta ma lo faranno sicuramente alla prossima: Casadei, Zampighi, Manfrone, Leonardi, Ciccotti, Di Nicola. E che dire di Polenta, Albano, Garofalo, De Falco e dei tanti che mi sto dimenticando?

 

PS

Tra i quarantatré gatti di Lovere c’erano anche un tedesco, due svizzeri ma soprattutto  un inglese, Nick Noble, venuto da Bristol dopo un viaggio di 22 ore con solo un’ora di sosta (“avevo un po’ di sonno…”). Quando a cena gli ho chiesto perché avesse deciso di fare una trasferta così lunga per tre giorni di regate, la risposta è stata immediata: “Non ne potevo più di stare fermo. Appena ho saputo che c’era il vostro campionato ho caricato la barca e sono partito. Voi italiani siete davvero ospitali e stare con voi è un vero piacere. Avete solo un problema, anzi due: guidate da schifo e le vostre strade sono piene di buche”. Ma questo ovviamente è un altro discorso.

 

PPS

La prima regata di sabato (la prima del campionato, vista la pioggia di venerdì) è iniziata con una sorpresa finta e una vera. Quella finta è stata la vittoria di Chiesa, perché è vero che Daniel ci ha colti tutti in contropiede con quel bordo tutto a sinistra e quel distacco incolmabile con cui ha tagliato l’arrivo, ma è indubbio che “DC” quest’anno sia in grandissima forma e non è un caso se in cima al Carlini, in questo momento, ci sia proprio lui. La sorpresa vera è invece quella di Rodolfo “Marchin” Metalpa, l’ultraleggero di Voltri che ha chiuso con un bellissimo terzo posto. Quando gli ho chiesto se avesse mai avuto paura di perdere quella splendida posizione mi ha risposto serafico: “Non ci ho mai pensato: ero lì che chiacchieravo con Chiandussi quando hanno suonato la trombetta della riduzione”.

 

PPPS

A dire il vero sabato c’è stata un’altra sopresa. E’ arrivata alle 17.45 quando la giuria ha alzato la bandiera di classe per la quarta volta. Avete letto bene: causa il diluvio di venerdì la giuria ha mantenuto quello che aveva promesso nel briefing di inizio campionato: se sabato ci saranno le condizioni faremo quattro prove. Sì, ma sono le sei meno un quarto, tra un po’ fa buio, fa freddo, siamo stanchi… Nulla da fare: quarta partenza  e quarta regata, con i quadricipiti al trapezio che tremavano per la fatica e per il termometro. Bella regata e bel rientro col buio, insieme alla sensazione di avere fatto qualcosa che non capita spesso. Tanto ormai lo sapete: il bello del Contender è che ti fa fare cose strane. Ma tutte divertenti.