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Luca Bonezzi campione contender 2022
Anonimo Chiavarese

Anonimo Chiavarese

Supercampionato a Gravedona

Vince Luca Bonezzi

Ci sono un francese, due inglesi e un australiano… Non è una barzelletta, ma la lista  degli iscritti al Campionato Italiano e Svizzero di Gravedona. Lista che continua con tredici tedeschi, nove olandesi, due belga, dieci svizzeri. Dimenticavo, ci sono anche  quarantadue italiani…

E’ vero, non è una barzelletta, ma a scorrere il lungo elenco viene da ridere. Perché era da decenni, anzi secoli, che a un Campionato Italiano non si vedevano ottanta barche al via. E perché a leggere i nomi di così tanti stranieri viene il dubbio che quello che si è svolto dal 22 al 24 luglio nelle acque nordiche del Lago di Como sia stato molto più di un bi-campionato nazionale: forse una prova generale del Campionato Europeo che si terrà in Austria a metà agosto. O forse, ma lo scopriremo presto, la regata di Contender, a livello internazionale, più partecipata di tutto il 2022.

“Too nice to be here”

Che fosse una regata speciale lo si è capito mercoledì quando, arrivati al circolo con due giorni di anticipo, vediamo una decina di barche pronte ad uscire. Sono inglesi e tedeschi arrivati già da una settimana. Ma tra loro c’è anche John MacLean (“Crazy Joe”), un australiano entusiasta di essere tornato a Gravedona dopo l’ormai leggendario mondiale del 2013: “Troppo bello essere qui”.

Si esce, si prova e si beve come cammelli perché il termometro, non solo lui, è convinto di essere in Africa: calda l’acqua, calda l’aria, caldo tutto… Fortuna che la Breva si presenta con 15 nodi regalando planate e un po’ di respiro.

Giovedì arrivano tutti, compreso un amico con sette titoli mondiali che da anni non si vedeva a una regata italiana. Andrea Bonezzi entra nel circolo trascinando un mega trolley: è appena arrivato dall’Australia dopo un viaggio di due giorni. Ha il jet lag stampato in faccia ma si prepara a entrare in acqua con tutti noi: “Se soppravvivo oggi è buon segno: vuol dire che domani sarò più forte”.

Cenetta leggera

La sera il local Lambertini organizza un ritiro spirituale in un grotto sopra Dongo con cenetta preagonistica a base di pizzoccheri, polenta taragna, polenta uncia, costine di maiale, brasato, salamelle e per finire il dolce braschino e la micidiale grappa “bigaz”. I maligni commentano che si tratti di un’astuta trovata per mettere fuori gioco gli stomaci poco allenati dei velisti foresti. Ma il piano si rivelerà in ogni caso poco efficace.

Venerdì si balla. La Breva non è gagliarda come i giorni prima (e ti pareva…) ma siamo comunque sui dieci nodi (niente Oscar). Davide Fontana ci tiene a ricordare che il campione in carica è lui: parte abbastanza in barca, vira subito (come tutti) ma a differenza di tutti ingrana immediatamente la quinta. Il suo passo, in quelle condizioni, è incontenibile: gira con distacco e chiude primo davanti al megapresidente Mazzali e all’inglese Presley. Andrea è quarto.

Alla seconda partenza il vento aumenta. La giuria alza la Oscar e decide per il percorso lungo: triangolo, bastone, triangolo. Il più veloce questa volta è Lambertini che parte bene, vira subito per andare mure a sinistra a terra ma rivira molto prima della chiesa per tirarsi fuori dalla trappola del vento buono ma meno deciso. Nei laschi e in poppa è battaglia aperta con uno strepitoso Marco Frigerio e con Davide Fontana. Frigerio riesce ad affacciarsi quasi davanti, ma nel laschetto finale è il Campione del Mondo 2012 ad avere la meglio.

Alla terza prova il vento inizia a calare, ma soprattutto dà segni di incertezza. La giuria rimette il percorso corto (triangolo, bastone) e abbassa la Oscar. Luca Bonezzi fiuta l’aria che tira (e che gira) e dopo essere partito secco in boa, gira primo in beata solitudine salutando con la manina il resto della flotta che si era buttato subito verso Musso. Secondo chiude il tedesco Frank Richte e terzo un ottimo Casadei.

Barche volanti

Alla sera, durante la cena sociale, Lambertini ci informa che è meglio legare le barche e metterle tutte con la prua verso il monte alle spalle del circolo. Qualcuno, vista la serata tranquilla e l’assenza di vento, pensa a uno scherzo o agli effetti postumi della grappa del giorno prima. Sono molti quelli che, increduli e controvoglia, si alzano da tavola per mettere al sicuro le barche. Molti, ma non tutti.

L’inferno comincia alle tre di notte: tuoni, fulmini e saette ma soprattutto raffiche a 40 nodi che scendono giù dal monte e si rafforzano, per effetto Venturi, tra i vicoli e le case. A Gravedona, vicino allo splendido Palazzo Gallio, una gru cade dritta lungo una spiaggia, da noi un albero si sdraia di traverso sulla strada. Le barche legate tengono tutte, ma alcune sono senza difesa. Una di queste, il Bonezzi di un tedesco, decolla dal carrello per atterrare sugli scogli: non finisce nel lago, ma nel cadere demolisce la crocetta di carbonio. Un’altra prende il volo ma, per una cortesia del destino, infila la penna dell’albero nei pochi centimetri tra la poppa e il timone ancora montato della barca di Frigerio. Ed è una fortuna, per la barca volante e per quella di Marco, perché l’irripetibile incastro impedisce all’una e all’altra di muoversi sotto le raffiche violente.

Le tende montate davanti al circolo tengono tutte. Tutte tranne una. A cedere (un segnale del divino Eolo?) è quella di Luca Bonezzi che si accascia in un amen sopra le facce addormentate di Luca, Silvia e Gaia costretti a sgattaiolare sotto i teli e la pioggia prima di cercare rifugio in un tendone vicino.

La quiete dopo la tempesta (o forse no)

La mattina, mentre facciamo il conto dei disastri, il lago è un olio e il vento va in vacanza: il tempo di un cappuccino e capiamo tutti che quel giorno non sarà, letteralmente, aria. Si aspetta, si dorme, si spera e alle 16 la giuria dà il liberi tutti. Che per noi italiani significa assemblea di classe di cui pubblichiamo un resoconto a parte.

Visto il bidone del sabato la giuria gioca la carta più temuta: sveglia presto per essere in acqua alle otto. Una sequenza che riesce a metà: perché la sveglia suona, ma nessuno si azzarda a mettere la barca nel lago, dato che la calma è la stessa del giorno prima. Alle undici, quando tutti cominciano a pensare che il campionato finirà con tre misere prove, la Breva comincia a dare i primi segni di vita. E che segni. Tempo di arrivare davanti a Musso e il vento sale a dodici, quattordici nodi. La giuria mette il percorso corto e alza la Oscar. La linea è dieci gradi favorevole in boa con il vento che spinge da 160 più che dai soliti 180: tutti, o quasi, partono in barca, convinti che l’aria gagliarda si rimetterà presto sui binari ordinari del sud. L’inglese Presley e pochi altri scommettono invece su quello che vedono al momento: partenza in boa e vento da sinistra. Alla boa di bolina è un duello tra l’inglese e Luca Bonezzi che girano davanti a Fontana. Alla fine vince Luca, davanti all’inglese e a Fontana. Andrea era nel gruppo dei primi quando, con urlo belluino, ci fa capire che lo strozzatore ha mollato all’improvviso: scuffia sopravvento e barca a 180.

Il vento aumenta e la giuria rimette il percorso lungo. Colpito nell’orgoglio, l’ipercampione mondiale decide che è arrivato il momento di mettere tutti in riga: parte in barca, vira subito e… viaggia come un Frecciarossa. Chiuderà primo davanti a Lambertini e all’inglese Presley.

My name is Bonezzi, Luca Bonezzi

Il vento comincia a calare: resta la Oscar ma la giuria decide di tornare al percorso più corto. Il campionato sembra una partita a tre fra Luca, Antonio e l’inglese che però sconta un dodicesimo e un Dsq. L’inglese se la gioca al meglio e vince la prova davanti a Casadei e a un rinato Andrea. Lambertini è solo settimo e Luca addirittura diciassettesimo, il peggior risultato della serie ma sufficiente per vincere il Campionato Open e il titolo di Campione Italiano 2022.

Che dire? Era da un po’ che il calabrone mantovano ronzava intorno al grande risultato. Lo splendido quarto posto di Kiel deve avergli fatto capire che era arrivato il momento di affilare il pungiglione e mirare al podio più alto. Molto bravo e davvero veloce, alla fine Luca è stato il più regolare in un campionato bellissimo ma anche difficile dove tutti (tutti) hanno commesso passi falsi.

Fotofinish (alcune istantanee prima di chiudere)

. La prima è quella di Marco Rodolfo Metalpa che domenica, dopo aver rotto il timone alla seconda bolina della prima prova, viene trainato a terra, trova un timone da prendere in prestito (non chiedete come) e si rifionda in acqua per partecipare alla terza prova: la Coppa Terminator la vincerà il bravissimo Andrea Dolfin ma lo spirito di Schwarzenegger è tutto del nostro Marchin.

. Al campionato più affollato del nuovo millennio tornano amici che non si vedevano da tempo. Rispunta Eugenio Patrone, che avevamo lasciato lo scorso settembre a Follonica. Rivediamo Fancesco De Falco venuto da Salerno dopo anni di digiuno contenderistico. E, come detto, ritroviamo dopo secoli il mitico Andrea Bonezzi: rivederlo, non solo in acqua, ma soprattutto tra le barche a terra mentre gira a dare consigli o sentirlo parlare in assemblea, di persona e non via internet, è stata una bellissima sorpresa.

. Il campionato svizzero lo vince con merito Marco Giraldi che, come sapete, non è soltanto quel signore che siede su una barca nera con la sigla SUI-95: è anche, per noi soprattutto, un amico della classe italiana che, appena può, passa la frontiera per scendere in acqua con noi e partecipare alle nostre Nazionali. Bravo Marco!

. Il Tapiro d’oro del campionato va invece a Vincenzo Sparaco, il vicepresidente della Classe che dopo aver messo la barca in acqua rientra dopo trenta secondi. Il motivo? Un forte dolore alla spalla destra impedisce al braccio di alzarsi e di fare qualunque sforzo. Vincenzo, che di mestiere fa l’avvocato, viene ribattezzato “Il braccio violento della legge” ma la battuta non lenisce né il dolore alla spalla né la delusione per l’essere rimasto tutti i giorni a terra. Auguri Vincenzo!

. E’ ufficialmente istituita la Coppa Patrone, un trofeo inesistente ma appassionante a cui partecipano tutti quelli che, finita la regata, vogliono partire il prima possibile. Le regole sono semplici: vince chi, dopo aver caricato e legato la barca, essersi lavato con cura e vestito con decenza, attacca il carrello al gancio dell’auto. Nata in sordina a San Vincenzo (quando l’ispiratore era assente) la Patron Cup è cresciuta di regata in regata fino a toccare il massimo della competizione proprio a Gravedona. Indovinate chi ha vinto…

. L’ultima immagine di questo splendido campionato è anche la più suggestiva. Arriva alla fine, anzi dopo, e vede Andrea Bonezzi correre in spiaggia per filmare con il telefonino il lancio in acqua del fratello neocampione. Un cortocircuito di simboli ed emozioni. O forse, più semplicemente, un bellissimo momento.

 

Anonimo Chiavarese

 

Classifica Campionato Italiano Contender 2022