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Anonimo Chiavarese

Anonimo Chiavarese

Luca Bonezzi domina il Triathlon di Talamone 

Yoga, muscoli e danza del ventre

“Il Triathlon si articola su tre discipline, comuni a tutti gli atleti, che si svolgono in successione e senza soluzione di continuità”. 

Rubo la voce di Wikipedia perché se vogliamo capire quello che è successo a Talamone a cavallo del primo maggio, più che di regate dovremmo parlare di una sfida su discipline diverse. Nel giro di tre giorni (sì, è stata una splendida Nazionale extralarge) abbiamo trovato condizioni di vento e di mare così differenti che a volte nemmeno in una intera stagione. Non ci credete? 

L’arietta e lo yoga

Cominciamo da venerdì, quando le previsioni fanno l’ennesimo harakiri: perché dei dieci nodi previsti se ne presentano due, forse tre. La giuria scende in acqua poco convinta seguita da venticinque velisti in rigorosa tuta pesante. Il vento aumenta di poco, a differenza del caldo che sale esponenzialmente (Stefano Longhi, con la tuta da palombaro, dirà a terra di aver avuto le visioni per tutta la poppa). Partiamo seduti sul bordo ma dura poco, perché presto dovremo piegarci in comodissime posizioni yoga. Il libeccetto, parola grossa, sembra rinforzare al largo, ma la scommessa la vince chi va a terra dove la corrente fa la differenza. Il primo a girare la boa è “Quintalino” Casadei, autentico mago delle ariette che si invola, altra parola grossa, verso il traguardo. Perché vista la situazione la giuria dà l’arrivo alla fine del triangolo. Primo Stefano Casadei, secondo l’allenatissimo Paolo Mascino, terzo Adriano Chiandussi che in queste condizioni non sbaglia mai un colpo.

Il caldo aumenta, il vento no. Il palombaro Longhi ha già iniziato a parlare da solo, quando la giuria coglie il refolo fuggente e ci fa partire. Stesso yoga e stesso copione: al largo c’è più vento, ma a terra si cammina di più. Questa volta il primo a girare è il vincitore di Porto Corsini, il bravissimo Stefano Migliorini che si presenta solitario anche al traguardo, di nuovo accorciato, seguito distante da Luca Bonezzi, risorto dopo il dodicesimo della prima prova, e di nuovo Adriano Chiandussi. Casadei chiude quarto.

Il giorno del vento leggero e dello yoga finisce qui perché la giuria, capito che non è aria (e non è un modo di dire) ci spedisce saggiamente a terra per uscire da mute e scafandri.

I muscoli e il ventone (con aggiunta di delfini)

Sabato la musica cambia e dalle contorsioni gentili a centrobarca, si passa alle flessioni muscolari dal trapezio. Insomma, vento forte. Che non arriva subito, ma un po’ per volta. Si comincia al mattino con un dieci nodi da sud. E poiché la boa è più lontana da terra, il campo è più equilibrato. Marco Ferrari annusa l’aria fresca e il campione italiano, dopo il rodaggio delle prove con vento leggero, scatena i cavalli del bolide rosso: primo deciso davanti a Luca Bonezzi e al solito Casadei. Alla seconda prova i nodi salgono e si parte con un bel 13/15 che, irriverente, svela tutta la ruggine del lunghissimo inverno al tempo del Covid. Prime scuffie e primi ritiri. Chi non fa una piega è Luca Bonezzi, che comincia a prenderci gusto e vince con merito davanti a Paolo Mascino e a un bravissimo Guido Ciccotti, tornato finalmente a bordo del suo Fontana di legno. All’arrivo la sorpresa più bella: una coppia di delfini che passano davanti alla mia barca. Baia di Talamone o Golfo di Monterey?

L’anemometro si scalda e i nodi, misurati alla partenza, sono già 19/20 destinati a salire lungo la prima bolina. Altri ritiri e altre scuffie, specie nei laschi e nella poppa che, sotto raffica, diventano davvero vivaci. Luca fa il bis, seguito da Ferrari e davanti, terzo ancora Guido Ciccotti.

contender a talamone

Le onde e la danza del ventre

Poiché non c’è due senza Triathlon, ecco la terza giornata diversa dalle altre. Perché è vero che il vento della prima prova è identico a quello (inesistente) del primo giorno, ma l’onda lunga e alta – il temporale, nella notte, si è divertito molto – cambia totalmente il modo di andare in barca: dentro fuori dentro, poggiando per camminare e cercando di non sbattere per non fermarsi. Insomma, un bel casino. Il più allenato, lo abbiamo detto, è Paolo Mascino che interpreta quella danza del ventre in maniera impeccabile davanti a Fabrizio Onofri e a Stefano Longhi. L’onda resta ma il vento aumenta e con dieci nodi è tutto un altro andare. Ne sa qualcosa Guido Ciccotti, che sfodera un passo invidiabile e gira primo quando… rompe il gancio del trapezio. Poggiata e rientro a terra: un vero peccato, perché dopo due giorni di regata era secondo in classifica e con quel primo se la sarebbe giocata fino in fondo. A giocare, davvero invece, è Luca Bonezzi che infila la terza vittoria davanti a Marco Ferrari e a un rinato segretario, al secolo Bruno Orfino. Ultima prova con il vento che tiene, anzi sale ancora un po’: questa volta a vince Marco Ferrari davanti a un incontenibile Paolo Mascino, sempre più veloce e sempre più preciso ad ogni regata. Terzo di prova, ma primo assoluto, un bravissimo Bonezzi.

La classifica la trovate qui, ma la sintesi è facile: gentile con i deboli, deciso con i forti (nel senso dei venti) Luca Bonezzi vince per distacco il Triathlon di Talamone. Vittoria decisa e meritata perché nel corso di tre giorni segnati da condizioni completamente diverse – un giorno dall’altro, una prova dall’altra –  ha mostrato una velocità e una costanza impressionanti. Secondo un bravissimo Paolo Mascino, in costante crescita dallo scorso anno, ma anche nel corso dello stesso fine settimana. Terzo, il campione in carica Marco Ferrari, un po’ in difficoltà con le ariette ma decisamente forte con l’aria.

Varie e ed eventuali

. Ai primi quattro posti ci sono quattro scafi epossidici di Bonezzisailing; il primo legno è Fontana di Francesco Onofri che chiude quinto.

. Le barche dell’Adriatico occupano quattro dei primi sei posti spinte dal vento nuovo di Ancona e da quello sostenuto, che ben conosciamo, di Stefano Casadei. La prossima Nazionale sarà ad Ancona il 29 e 30 maggio. Tirrenici e lacustri sono tutti avvertiti.

Contenderisti a Talamone

Anonimo Chiavarese

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