A causa di un improvviso sciopero dei piccioni viaggiatori riceviamo solo adesso le cartoline da Bracciano con il resoconto della Nazionale, terza prova del Trofeo Carlini. Ci scusiamo con i lettori per il disagio augurando a tutti una buona lettura.
Cartolina #1
Tutte le regate minuto per minuto
Ora vi racconto come è andata la Nazionale di Bracciano, ma prima… devo dirvi quello che c’era prima. Sì, perché sabato mattina, mentre ci iscriviamo e prepariamo, il centro del lago diventa tutto bianco. Quindici? Venti? E se in mezzo fossero di più? Boh, nel dubbio qualcuno, più di uno, sposta indietro la deriva e abbassa il rake, mentre molti, quasi tutti, tirano fuori le mute delle grandi occasioni. Insomma, la giornata sembra bella tosta. Peccato che arrivati sul campo il ventilatore si spenga all’improvviso: zero, nada, nothing. Ciondoliamo per due ore imprecando e sudando (le mute pesanti non perdonano) poi alle 16 una mano santa riaccende il ventilatore anche se le pale (una sola elle, mi raccomando) girano molto meno di prima. Sette, otto nodi da nord e anche ballerini, ma vista l’aria che (non) tirava è un lusso da non sprecare. Metteteci pure che il vento decide di chiamare il proprio gemello trasformando il campo di regata in un autentico rebus: vado a sinistra a prendere il buono di sinistra, o mi lancio a destra a beccare quello di destra? L’importante, se non si fosse capito, è evitare il centro dove, ovviamente, si trova la boa di bolina. Chi l’azzecca è Guido Ciccotti, arrivato a Bracciano non con la sua barca (in lenta, lentissima fase di verniciatura) ma con un muletto rimesso in sesto con silicone e nastro adesivo (non sto scherzando). Sarà l’ispirazione, sarà la consapevolezza di avere una barca con lo scotch, ma Guido tira gli estremi indovinandoli tutti e alla fine vince alla grande la prima prova, staccando Luca Bonezzi e Davide Fontana.
Il vento è poco ma non molla. Partiamo per la seconda regata con trapezio alto e la solita domanda: il buono di destra o quello di sinistra? E alla boa in mezzo come ci arrivo? Questa volta l’equazione di quinto grado la risolve Davide Fontana, davanti a un magico Albano che indovina una gigantesca seconda bolina e a “trattorino” Bonezzi che, nel dubbio, è sempre tra i primi.
Tutto finito? nemmeno per idea, perché l’arietta insiste e persiste. Stesso copione, stessa indecisione (destra o sinistra? ma di sera dove cala prima?): il più bravo è Daniel Chiesa che scappa veloce davanti a Silvio Carini e a “trattorino” che a questo punto, con un secondo e due terzi, è primo in classifica.
Sono le sette di sera e quando torniamo a terra troviamo montato il gazebo della Ciù Ciù per la degustazione dei vini con tanto di sommelier (vedi cartolina #6)
Domenica il vento, previsto bello vivace, ci prende nuovamente in giro. Quando arriviamo non c’è nulla ma proprio nulla, tanto che i local si lanciano in annunci tanto profetici quanto infondati. Già, perché mentre le prefiche ripetono sottovoce che “oggi non si fa niente”, “ragazzi smontate”, “ anticipiamo la premiazione?”, ecco che improvvise spuntano le ochette. E che ochette: partiamo per la prima con quindici, diciotto nodi da nord e un bel sole. Insomma, un paradiso. Purtroppo anche questa volta il vento chiama il fratello gemello riproponendo lo stesso dilemma di sabato: destra o sinistra? Ciccotti, in piena trance agonistico-meditativa (vedi cartolina #5 ) indovina e cammina. E stravince, come sabato, la prima della giornata davanti a Daniel Chiesa e Davide Fontana.
Nella seconda il ventilatore si scalda ancora un pochino. Il sottoscritto si butta sulla destra dove c’è ancora più pressione e un bel buono. Carini è distante ma nel secondo lasco prende la prima posizione che terrà fino alla fine. Gigantesco il recupero di Fontana Frecciarossa: quinto con distacco alla prima boa e secondo al traguardo.
Carini ci prende gusto e concede il bis: primo anche alla terza prova, con un po’ meno vento, davanti a Casadei e Fontana. Volete sapere come è finita? Leggetevi la prossima cartolina.
Cartolina #2
Per un punto Carin perse la coppa
Lo so che il detto racconta una storia diversa, ma quel punto punticino è stato determinante sia per Martin che si giocò la cappa, che per Carin che ci rimise la coppa. Già, perché alla fine delle sei regate e prima delle proteste, Silvio aveva vinto la Nazionale di Bracciano: ottimo passo, buona costanza, bellissime regate. Tutti sulle sedie ad aspettare la premiazione e l’annunciato vincitore quando, sorpresa delle sorprese, le due proteste incrociate tra Bonezzi e Ciccotti, cambiano di un punto punticino la classifica. Vince Fontana, autore, va detto, di rimonte strabilianti e con un passo da Usain Bolt; secondo il bravissimo Silvio, che per un punto perde la coppa ma si aggiudica con merito la maglia oro del Trofeo Carini, pardon, Carlini. Terzo Daniel Chiesa, sempre più bravo, sempre più veloce, e adesso nuova maglia argento del Trofeo Carini, uffa Carlini.
Cartolina #3
Totò, Peppino e il boma di carbonio
Avete in mente Woody Allen? Beh, quello che vi sto per raccontare non sarebbe venuto in mente al genio di Hollywood e neppure ai fratelli Vanzina in cooperativa con Garinei-Giovannini e Fruttero-Lucentini. Dunque, si parte per la sesta regata con un bel vento di tramontana: dopo un centinaio di metri Luca Bonezzi vira per andare sulla destra ma incontra Guido Ciccotti che arriva come un missile mure a dritta. Urla, santi, madonne e infine l’inevitabile “Ti protesto” seguito da un sorprendente “No, ti protesto io”. Poffarbacco, come direbbe Antonio De Curtis in arte Totò, e da quando in qua uno che passa mure a sinistra protesta uno che passa mure a dritta? Il mistero misterioso, per citare il Cacarella di Montalbano, si rivela appena arrivati a terra, quando Ciccotti presenta protesta contro Bonezzi per l’incrocio maledetto della stessa prova, ma Bonezzi consegna una protesta contro Ciccotti reo a suo dire di aver toccato una boa nella quinta prova e di non aver mai compiuto il giro riparatore. Fin qui nulla di strano, perché è vero che il tutto sa un po’, anzi molto, di Totò&Peppino (“Lei non sa chi sono io”), ma è anche vero che in regata chi sbaglia paga e i punti sono suoi. Per farla breve, la giuria squalifica sia Totò che Peppino: Bonezzi per la vicenda del mure a sinistra e Ciccotti per quella della boa. Pari e patta.
Cambio di scena. Siamo alla premiazione, si danno le coppe e infine si arriva alla attesissima Tombola del Contender. In palio questa volta non c’è una vela come a Chiavari e Cesenatico ma un boma in carbonio di Bonezzi. Bianca, la simpaticissima figlia di Luca, indossa i panni della miss e va pescare il magico numero dalla coppa. Silenzio, suspance, silenzio… And the winner is… Silenzio, suspance, silenzio… Guidooo Ciccottiii! Esatto: dopo che Bonezzi protesta Ciccotti e Ciccotti che protesta Bonezzi, il boma di Bonezzi se ne va allegramente nelle mani di Ciccotti. Nemmeno Woody Allen.
Cartolina #4
Lasciate ogni meteo voi che regatate
Non ci credete? Allora chiedete a Betta, sceso una settimana prima per passare sei giorni dentro il camper e sotto il diluvio. O parlate con Ciccotti che giovedì si è alzato all’alba pur di non perdersi il temporale più lungo (e meno previsto) della storia. E che dire di quelle ochette di vento che alle 14 in punto, ora della partenza di sabato, sono sparite all’improvviso lasciando campo libero a una bonaccia non prevista da nessun algoritmo. O quelle arrivate domenica mattina quando stava già circolando l’idea di smontare tutto. No, se vi piace andare in barca, dimenticate le previsioni e rileggete il Divino Contender: Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate (sul campo di regata).
Cartolina #5
Troppo Simpatico per vincere
Metti una sera a cena con il Dottor Ciccotti. Il quale, tra una piatto e un bicchiere, comincia a raccontare una teoria particolare: il nostro corpo, dice, è governato da una sistema simpatico e da uno parasimpatico. Il primo è quello che comanda quando siamo iperattivi, razionali, anche un pelino aggressivi; il secondo è quello che manda avanti la baracca quando ci rilassiamo, mangiamo, pensiamo o discutiamo amabilmente. Il capufficio incazzoso è vittima del sistema simpatico, Guido che parla a tavola è in pieno parasimpatico. Il punto interessante, per noi velisti, è che i risultati migliori, nello sport e nella vita, si ottengono quando il simpatico e il parasimpatico si bilanciano tra loro: siamo attenti e vigili (simpatico) ma anche rilassati al punto giusto (parasimpatico), in questo modo vediamo le cose nel modo migliore e riusciamo a prendere – senza ansia e senza rabbia – le decisioni migliori. Perché vi dico questo? Beh, Guido che entra in acqua alla prima prova, non con il suo cavallo da corsa, ma con un plasticone attaccato (letteralmente) con scotch e silicone, ha un bel po’ di parasimpatico acceso: sa di non avere la barca migliore e che tutto quello che arriverà sarà il benvenuto. E infatti, visto che è uno bravo, stravince la prima prova. Lo stesso Guido che si presenta alla seconda partenza dopo aver vinto la prima, cede invece al simpatico (“ma allora vado forte”), gli parte il piede dell’acceleratore e si becca un diffamante Ocs. Domenica stesso schema: prima prova rilassata (stravinta con merito), seconda prova incazzosa (strapersa con protesta). Per saperne di più, vi consiglio una cena con il Dottor Ciccotti.
Cartolina #6
In regata si chiede acqua, ma a terra è meglio il vino
Sabato torniamo a terra che sono le 19, giusto in tempo per l’aperitivo e la cena con degustazione. Gilberto, il simpatico sommelier del nostro sponsor Ciù Ciù, ci racconta e spiega i vini, davvero ottimi, dell’azienda marchigiana. Alla fine, se ben ricordo (ma l’impresa è ardua, dopo tutti quegli assaggi) la lista dei miei preferiti è la seguente: per le bollicine vince Rymarosé, spumante rosato da uve Sangiovese, tra i banchi un Pecorino di Offida, mentre tra i rossi voto convinto per Gotico, rosso Piceno superiore davvero ottimo. A questo punto aspetto con ansia il vostro elenco e le inevitabili disquisizioni. Tanto a Gravedona si replica.
Classifica finale