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Anonimo Chiavarese

Anonimo Chiavarese

Vento, Rock e Vela: Lambertini domina la supernazionale di Riva

Gnuzzi is back. Se pensavate che il vicecampione europeo avesse perso il tocco magico, eccovi serviti: Lambertini vince la bellezza di sei prove e si porta a casa la splendida Nazionale di Riva davanti a un ottimo Lorenzi e a un velocissimo Frigerio

Tre prove al giorno levano la noia di torno. Vero che il detto, tra mele e dottori, è assai diverso ma la proverbiale licenza ha una spiegazione di ferro: alla “tre giorni” di Riva non ci siamo affatto annoiati. Perché lassù il tempo vola, perché finita una prova ne comincia subito un’altra, perché sai che il giorno dopo sarà come quello prima. E via da capo, con nove prove su nove che nemmeno a un campionato.
No, a Riva non ci siamo annoiati. E poteva persino andare meglio se il giorno prima, giovedì, un’Ora fin troppo vivace non ci avesse impedito di scendere in acqua per provare l’assetto, scaldare i muscoli ma, soprattutto, divertirci come scimmie. Perché il vento era tanto (20, 22?) ma il problema era l’onda dritta sul naso che rendeva problematica, se non pericolosa, la partenza dallo scivolo.

Rock around the Garda

La delusione dura fino all’ora di cena quando scopriamo che al ristorante dove abbiamo prenotato, la Cantinota, ogni giovedì organizzano concerti dal vivo. E questa sera tocca ai KillyByll’s, gruppo rock con quattro local scatenati davvero bravi e simpatici. I decibel esplodono e parlare è impossibile, in compenso Bruno, segretario dall’animo punk, non smette di filmare mentre Lambertini è già in piedi sulla panca ad agitare le braccia. No, a Riva non ci si annoia mai. Nemmeno di sera.

Il bassista acrobatico dei KillyBill’s

La cantante dei KillyBill’s

 

Ed è subito…  Ora

Venerdì si comincia. A mezzogiorno il ventilatore si accende: sarà come ieri? Nel dubbio quasi tutti montiamo le vele da battaglia, nel senso di usate, vissute, talvolta proprio vecchie. Alle 13 siamo sulla linea con un 160 sui 12 nodi e la sensazione che sia solo l’antipasto. Qualcuno, più d’uno, si butta a sinistra con la convinzione che la “prima Ora entra sempre da quella parte”. Cosa che in effetti accade ma dura un amen perché nel giro di poco la flotta degli “scogliosi” – quelli che la mattina, appena svegli, corrono subito sotto le rocce – riguadagna immediatamente acqua grazie a un destro di venti gradi e a un rinforzo deciso. Tra questi c’è Roberto “Motoscafo” Lorenzi che gira primo in beata solitudine seguito a distanza da Bruno “KillyBill’s” Orfino e, un quarto d’ora dopo, da tutti gli altri.

Alla seconda il vento non aumenta ma i dubbi sì: e la buriana di ieri? e le vele vecchie di oggi? avremo mica fatto una minchiata a mettere le vele vecchie? Questa volta tutti si dirigono a destra a rosicchiare un po’ di roccia. Lambertini e Lorenzi iniziano un bel duello di velocità e di bordi seguiti a distanza da un ottimo Marco Frigerio. La regata sembra in mano ad Antonio ma alla seconda bolina Lorenzi vira prima della layline finale e, steccando di prua senza perdere velocità (mistero della fede), riesce a girare primo e a vincere anche la seconda prova davanti ad Antonio e Marco.

Anche gli angeli mangiano fagioli

Alla terza prova il ventilatore comincia a perdere colpi: 10, 12, 10… Solita roccia, ma questa volta il più veloce è Antonio che gira con un buon distacco davanti a Lorenzi. Il vento cala ancora ma le posizioni davanti non cambiano: primo Antonio, secondo Lorenzi, terzo un redivivo Luca Bonezzi. Frigerio invece scivola ottavo. Da segnalare due scuffie insolite: quella di Mascino nel primo lasco e quella di Luca nel secondo. Anche gli angeli mangiano fagioli, come diceva Bud Spencer.

Le salamelle di Luca

La sera tutti al capannone di Luca a mangiar salamelle e bere birra, un classico nella classica, celebrando quello che è ormai è diventato un rito contenderistico da non perdere per nessun motivo.

Contender e salamelle: il capannone di Luca

Contender e salamelle: il capannone di Luca

 

Che tempo che fa

Sabato il ventilatore fa le bizze. E’ il tempo che cambia, dicono i local. Partiamo con un 180 (un attimo prima era 160…) sui 10-12 nodi ma con qualche calo prima della boa. Chi interpreta al meglio lo spartito è di nuovo Lambertini che gira primo e chiude primo davanti al solito Lorenzi e a Luca Bonezzi

Alla seconda prova il ventilatore si riscalda ma, come quelli di casa, anche lui inizia a girare: un po’ di qua, un po di là… Arrivati sotto le rocce si decide la regata: quelli che virano in lay-line scoprono presto che prima della boa il vento cala e gira a sinistra, quelli che invece insistono a rosicchiare la parete e virano alti arrivano di bolina larga con vento allegro. E allegro, parecchio, è sicuramente Bruno Orfino che gira con un bel distacco davanti all’altro “roccettaro”, Luca Bonezzi e a Lambertini. Alla fine del primo giro il Comitato sposta la boa a sinistra ma il risultato, davanti, non cambia: primo Orfino, secondo Lambertini, terzo Bonezzi.
Da segnalare l’abilità marinara di Mascino che durante il primo giro rompe la spallina (spallona?) del trapezio, fa tutta la seconda bolina di addominali e di poppa, tenendo lo stick sotto l’ascella, aggiusta la spallona (spallina?) con un una cimetta di fortuna.

Bentornato lasco

Alla terza prova il motore del Garda aumenta i giri: partiamo con una quindicina ma si capisce che siamo solo al riscaldamento. Questa volta le rocce pagano meno, perché chi naviga un pelo più alto evita i buchi di vento. Tra questi il più veloce è Lambertini che vira molto prima della roccia, risale un poco mure a dritta per poi ributtarsi sotto la roccia in una zona di vento e niente buchi: strategia perfetta visto che gira ampiamente primo.
Il lasco è finalmente stretto e gagliardo, nel senso che scendiamo felici al trapezio. Peccato che la felicità si trasformi ben presto in ansia, perché da destra arrivano raffiche vivaci, se non violente. Qualcuno scuffia, qualcun altro si ritira perché l’aria comincia ad essere tanta (18? 20?). Alla fine del secondo lasco un gommone ci avverte che la bolina è stata di nuovo spostata, a destra questa volta (un po’ di qua, un po’ di là…) creando un po’ di confusione con la nuova boa: quella gialla o quella viola? Nel dubbio, il primo a tagliare l’arrivo è sempre Lambertini davanti a Bonezzi e al megapresidente Mazzali.

Aspettando il vento: che Ora sarà?

La notte, come previsto dai local, il tempo cambia e piove, mamma se piove. Al mattino il cielo però torna azzurro lasciando soltanto un peler più lungo del solito e le inevitabili domande sull’Ora che verrà: tanta, poca? ma verrà davvero? Nell’attesa si comincia a tirare su il rake e mollare le sartie, scelta discutibile che nel giro di un’ora si rivelerà sbagliata. Perché è vero che mentre andiamo verso la partenza l’aria è poca e la giuria mette, per la prima volta, l’intelligenza. Ma è solo un ritardo accademico, giusto quindici minuti per consentire all’Ora di salire nuovamente in cattedra. Partiamo con una decina di nodi o un pelo di più, ma ci vuole poco a capire che il diesel eolico si stia solo scaldando. Chi ha le idee chiare su quello che sta accadendo è il solito Lambertini che gira primo, resta primo e chiude primo davanti a un bravissimo Mascino e al “solito”Lorenzi

Alla seconda prova i giri aumentano di molto e qualcuno preferisce rientrare per cominciare a caricare. Tra quelli che si dirigono a terra, ma per altri motivi, ci sono anche Luca Bonezzi e il giovane Daniele Ricci: il primo, con il timone rotto, salterà anche la prova successiva, il secondo (rottura del dyneema del vang sul boma) :fa un veloce pit stop con l’aiuto di Francesco de Falco e torna subito in acqua a macinare nodi. Davanti il copione è sempre quello: primo Lambertini, secondo Lorenzi e terzo Marco Frigerio, che appena aumentano i nodi è una scommessa facile.

Sarà la pioggia della notte, sarà il Peler che non smetteva mai, ma alla terza prova l’Ora comincia a calare. Si parte sempre con dieci nodi, ma di lasco e soprattutto di poppa si sente che la benzina sta finendo. Chi non finisce di stupire è Lambertini che, vento o non vento, è abbonato al primo posto: vince anche l’ultima prova davanti a un bravissimo Lorenzi e a Mazzali.

Morale della favola?

Vince, anzi stravince Antonio Lambertini che si porta a casa la bellezza di sei primi e due secondi; Roberto Lorenzi, ottimo secondo, è l’unico ad essere riuscito a contrastarlo con due primi, quattro secondi e un terzo. I due erano decisamente veloci, specialmente nel bordo poggiato, con mure a sinistra, per arrivare prima sotto le rocce: Lorenzi riusciva a stringere un po’ di più senza perdere velocità, ma Antonio è stato più bravo nella scelta dei bordi, soprattutto quando il vento era meno forte. Bella, davvero, la battaglia per il terzo posto tra Marco Frigerio e Bruno Orfino: il segretario segna un secondo e un bellissimo primo, ma Marco, molto veloce e costante, alla fine gli ruba il terzo gradino del podio per soli due punti.

Che altro dire? Che è stata una bellissima Nazionale con tre giorni di ottimo vento e grande vela. Condizioni perfette per il Contender ma anche per ribadire, se mai ce ne fosse bisogno che a Riva, per arrivare davanti, non basta saper andare bene in barca. Bisogna essere molto bravi. E anche di più.

 

Cartoline dal Garda

Un campione a bordo campo
Alla prima partenza del secondo giorno c’è un Contender che ci segue a distanza: la barca è quella di Emilio Betta, ma al timone c’è un “certo” Egidio Babbi, già Campione Italiano Finn e Mondiale Classe A, uno tosto insomma. Egidio non era in regata, non era iscritto, ma siccome vorrebbe passare al Contender, ha preso una barca in prestito (grazie Emilio) ed è venuto a Riva – non un posto qualunque – per vedere da vicino l’ambiente e farsi un’idea della barca e della Classe. Farà il grande passo? Lo speriamo davvero.

Ma quello è Mino?
ITA 262 e un figura magra al trapezio. E poi quel modo elegante di stare al trapezio… ma quello è davvero Carlini? Il dubbio si sceglie con il sorriso di Daniele Ricci quando arriva a terra: mi sono divertito un botto, dice il giovane romano che, dopo aver acquistato la barca di Erasmo appena due mesi fa, si è già lanciato nelle acque complicate di Riva. Simpatico, determinato e soprattutto bravissimo. Sentiremo parlare molto di lui.

Avventure in elicottero
Dopo l’incontro ravvicinato, lo scorso anno, con un 505 che lo ha beccato in fronte, Filippo Testa (nomen omen) questa volta si è presentato con un casco bianco, probabilmente da sci, ma con un look da  “Avventure in elicottero”. E se, troppo giovani, non conoscete Chuck e Martin e non sapete di cosa sto parlando vi mando beatamente a quel paese… Tutto questo per dire che Filippo, da vero contenderista, non si spaventa di fronte a nulla. Semplicemente si organizza.

Filippo Testa con il suo metereologo personale (grande fiuto per il vento)

Da Salerno con onore
Il secondo giorno sul piazzale arriva un carrello con Contender. E’ Francesco De Falco da Salerno che, costretto a saltare il primo giorno per un problema di macchina, ha deciso di venire ugualmente. Perché Riva è Riva. E lui un contenderista doc.

Sempre più bravi
Facile parlare dei primi, ma che dire di quelli, più dietro che, regata dopo regata, stanno diventando sempre più bravi? Parlo di Stefano Longhi, fresco vicecampione italiano di Snipe, che con il vento forte sta mostrando sempre più confidenza confidenza: buone partenze, boline veloci, pochissimi errori. Davvero bravo. E che dire del gruppo di Ispra? Pare che là siano ormai una dozzina i Contender che escono ogni fine settimana, qui ne abbiamo visti “solo” tre (Sparaco, Reato e Bonacasa) ma tutti in netto miglioramento. Loris Reato, in particolare, ha mostrato un ottimo passo di bolina, specialmente con aria tesa. Dopo quella di Ancona, un’altra flotta rampante.

Corsa dei cavalli?
Primo bordo a destra, questo è il cammino, e poi dritto, fino al roccino… Dire che a Riva le boline sono tutte scritte è facile, al punto che ci si potrebbe pure scrivere una canzone. Ma davvero è così? Perché c’è modo e modo di arrivare sotto le rocce: quelle più a destra o quelle un pelo più alte? E poi dritti in lay-line o meglio una virata prima e altre due subito dopo? E se si andasse oltre per arrivare di bolina larga? E che dire della partenza: mure a dritta in barca per virare subito o addirittura in boa mure a sinistra per non virare nemmeno? Altro che corsa dei cavalli: le boline di Riva, senza offesa per Bennato, non sono mai troppo semplici.

 

Ecco la classifica finale:

Reasults after 9 race

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