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Anonimo Chiavarese

Anonimo Chiavarese

Santa Marinella: a Lambertini-Verstappen il Trofeo Manno Manni

Sole, caldo e vento: la nuova stagione inizia nel migliore dei modi. Lambertini stravince la prima Nazionale del 2024. E a proposito di ventiquattro...

Ci sono tanti modi per raccontare una regata, noi ci limitiamo a ventiquattro. Ventiquattro come gli iscritti alla Nazionale di Santa Marinella organizzata dal Sail Planet di Bracciano. Ventiquattro come i gradi in banchina durante un magnifico week end di sole. Ventiquattro come l’anno del premondiale, quello che ci porterà, regata dopo regata, al grande appuntamento di Malcesine 2025. Ventiquattro, infine, come il numero della Smorfia che a Napoli  indica le guardie, ma di questo diremo più avanti. Volete saperne di più? Allora mettetevi comodi che vi racconto come è andata.

Il selfie dei campioni
Giovedì a mezzogiorno arriva una foto sul telefonino: sono Antonio Lambertini ed Egidio Babbi che con un selfie in muta fanno sapere al mondo contenderistico di essere pronti per entrare in acqua a provare. Non è una immagine qualunque, perché nel rettangolo dello schermo sono racchiusi ben tre campionati mondiali: quello sul Contender di Antonio e i due sul Classe A di Egidio da quest’anno grande acquisto della nostra Classe.

Barche nuove, alberi nuovi
Venerdì arriva il resto della compagnia, tra cui i nuovissimi Alessandro Ferrari (sì, il fratello di Marco) e Marco Cordioli da Desenzano. Nuove, anzi nuovissime, sono anche le barche di Piero Bertolini, Luca Bonezzi ed Egidio Babbi che toccano l’acqua salata per la prima volta. E nuovi, anzi nuovissimi gli alberi in carbonio “Alien” realizzati da Michele Petrucci, “mastro carbonaio” dei Classe A, e portati in visione da Egidio. Ci sono gli anconetani, ben otto, guidati da Paolo Mascino e Francesco Pelizza che, per una volta, abbandonano il camion con gru per sfoggiare un efficientissimo carrello doppio modificato per caricare in beata solitudine anche la barca di sopra. Ma soprattutto ci sono 24 gradi e un sole pieno a ricordare che, da queste parti, la primavera è una “prima estate”: via maglioni, via le polo e spazio alle magliette o nemmeno quelle.

Quanti siete? Dove andate?
Mentre siamo fuori, il ventiquattro della Smorfia, quello delle “guardie”, si palesa nei panni del nostromo che davanti alla sbarra dello scivolo si esibisce in un involontario remake di “Non ci resta che piangere”: quanti siete? dove andate? cosa portate? Peccato che anziché chiedere un fiorino e metterla in ridere, il “ventiquattro” del porto cominci a inveire troppo seriamente contro chi sta ancora montando l’albero o infilando la muta: non si esce senza gommone, siete in troppi, non si fa così e via con tutto l’elenco proibizionista che ha il solo effetto di mostrare quanto sottile sia la linea che separa un tranquillo weekend di sole da una gratuita rottura di palle…

Inizia il Pre Mondiale
Sabato, per fortuna, tira tutta un’altra aria. Perché tra noi, i Vaurien e i Melges 14 ci saranno una cinquantina di barche e il nostromo, astutamente, non si fa vedere. Poi perché in banchina, con tutte quelle vele, è subito festa. Infine perché i sei nodi del giorno prima diventano rapidamente dieci, a volte dodici. E infatti entriamo subito in acqua per inaugurare la stagione. Si parte con un 230 sugli otto nodi. I local dicono che il bordo buono sia a terra, ma il saggio ricorda che il vento, finché non è steso, rinforza dal largo. Che fare? Chiandussi e Casadei partono in barca per virare subito verso terra, gli altri puntano mure a dritta al largo. Chi la indovina è Paolo Mascino che si tiene nel mezzo con un passo da bersagliere: gira primo e nella poppa (la prima regata è un bastone) stramba subito per scendere a favore di onda, dirigendosi mure a sinistra verso terra. La scelta, che sembrava rischiosa, si rivela azzeccata, perché il vento non rinforza ancora e Paolo, dopo la seconda strambata, si presenta di gran lasco in boa mentre gli altri sono ancora lì che sudano di poppa.

 

I mostri di Luca
Alla boa, come una visione, vediamo Luca Bonezzi con le vele al vento e in piedi sulla barca che ci riprende con il telefonino: che fa? che è successo? Nessuna risposta ma una sola certezza: Paolo vince con distacco davanti a Daniel Chiesa e Fabrizio Onofri.

Antonio monta il foil
Alla seconda partenza il vento gira a destra di dieci gradi ma soprattutto rinforza, tanto da convincere il comitato a mettere la Oscar. Il bordo a questo punto è quello di terra, ma il dubbio è se partire in boa rischiando o a metà linea correndo. Lambertini sceglie la seconda: parte a metà, vira e comincia la cavalcata mure a sinistra. Sarà il “laminato di Silvaplana” (quello con cui ha vinto il Campionato Svizzero dello scorso anno), sarà il manico della Florida (quello con cui ha vinto il Mondiale del 2010) sarà quello che volete ma il Contender verde con i “piedoni” rossi si trasforma subito in un foil. Antonio “vola” alla prima boa e gira con distacco davanti a Roberto Mazzali e al palestrato Bruno Orfino. Di Bonezzi nessuna traccia.
Alla terza prova il vento gira a 260 ma cala sui dieci nodi. Al comitato arriva finalmente un’altra boa (dov’era prima?) e il bastone si trasforma in un triangolo. Non tutti però si accorgono del cambio, a cominciare da Stefano Casadei che con la sua nuova randa “mbs” (un laminato nuovo “made by stefano”) gira primo ma si dirige alla boa di poppa anziché a quella di lasco. Onofri, con la velocissima Olimpic di Sferracavallo (grande campionato ma troppi ocs) ringrazia e chiude primo davanti a Orfino e a un rinato Chiandussi.

Indovina chi viene a cena
Alla sera cena di pesce all’Acquamarina: questa volta non ci sono i Cugini di Campagna e la folla in festa dello scorso anno, in compenso arriva a sorpresa il buon Enrico Pellegrini a trovarci per cenare con noi. Ma c’è anche Luca Bonezzi che finalmente svela il mistero del suo apparire fermo in boa prima di  sparire dalle regate. Il motivo, dice, è che sono tornati “i mostri”, come li chiama lui. Sì, la labirintite che l’aveva tormentato nel 2016 a Santa Cruz si è rifatta viva con la testa che gira e la nausea che sale. Che per uno che va in barca, anzi sul Contender, non è il massimo. E anche se non ci sono i trenta nodi e i cavalloni di quattro metri della California, il nostro viene saggiamente scortato a terra da un gommone.

Il Verstappen di Gravedona
Domenica fa caldo ma il cielo è velato: termica o bidone? La giuria, vista l’aria che (non) tira mette intelligenza a terra, mentre Antonio cambia la randa in laminato (veloce con aria ma incerta con arietta) con la fidata Daniel Chiesa in Dacron, ottima allround per tutte le stagioni. Termica o bidone, si diceva. Beh, il dubbio si chiarisce a mezzogiorno quando il ventilatore di Santa Marinella entra finalmente in funzione con dieci-dodici nodi belli stesi da 260. Il bordo ancora una volta è a terra: Babbi, Casadei e Chiandussi si buttano subito a destra dalla barca giuria, gli altri allungano un po’ prima di virare. Il più veloce è Lambertini che, come nella prova con vento di sabato, sembra viaggiare sopra a un foil: altro passo, altri nodi. E ovviamente altra prua, perché sembra più poggiato, ma alla fine è sempre più alto di tutti. Gira primo e chiude primo davanti a un ottimo Mazzali e a un bravissimo Onofri. Da segnalare Babbi che al primo lasco gira ottimo quarto. Una scuffia in poppa rovinerà tutto, ma il messaggio è ormai chiaro: il campione sta prendendo le misure del nuovo giochino. E che misure… Luca, nonostante i mostri, chiude quinto ma alla fine decide che non è il caso di insistere e torna a terra.

Alla seconda prova il vento sale ancora (dodici, tredici?) ma il copione è sempre quello: Lambertini parte, apre il “drs” (come si dice in Formula Uno) e chiude i giochi. Gli unici che riescono a stargli dietro sono Mazzali, molto regolare, e Paolo Mascino. Terza prova e terzo show: il Verstappen di Gravedona, per gli amici Lamborghini, vince nuovamente in scioltezza e di nuovo gli unici in grado di seguirlo, questa volta in ordine rovesciato, sono Mascino e Mazzali.

Morale della favola? Vince, anzi stravince Antonio che si porta a casa la bellezza di quattro prove su sei e il Trofeo Manno Manni. Dietro, a pari punti, il duo Mascino e Mazzali con il primo che la spunta per la vittoria del primo giorno. Dietro ancora, anche loro a pari punti, Onofri e Chiesa.

Il Grande Contender
Alla premiazione, sulla terrazza vista mare e con un bel sole, la piccola Olivia, nipotina di Manno Manni, consegna il Trofeo a Lambertini: è una bella immagine come quella del brindisi che tutti gli equipaggi – Contender, Vaurien e Melges – dedicano al nostro grande amico. Da segnalare la presenza di Mario Mambro, che dopo essere stato in Pronto Soccorso a Roma per accertamenti, inforca la moto e si presenta a Santa Marinella per non perdersi la premiazione. E quella di Bruno Intreccialagli, velista e professore, che arriva in giacca e cravatta dopo essere scappato da un incontro accademico. Sembrano scene del Grande Freddo, quel bellissimo film sugli amici che, da ogni luogo e da ogni impegno, si ritrovano nel posto giusto al momento giusto. Solo che tutto questo si chiama Contender. E non è un film.

 

Cartoline da Santa Marinella

. Il passo di Lamborghini con vento è davvero impressionante: lo si era visto l’anno scorso a Riva, lo si è rivisto a Santa Marinella nelle prove con più aria. Quando il vento cala i giochi si aprono, ma quando l’anemometro sale le danze si chiudono.

. Il pacchetto di testa è molto compatto: sabato, dopo tre prove, i primi tre (Mascino, Orfino, Chiesa) avevano gli stessi punti; il superpresidente Mazzali, soprattutto con più di aria, sta ritrovando la regolarità vincente; Daniel è una presenza fissa tra i primi quattro.

. Casadei ha usato una randa in laminato disegnata da lui stesso: a vederla sembrava pennellata sul suo Cst e, a giudicare dal passo, era molto veloce

. A proposito, da due mesi Stefano è entrato ufficialmente tra gli Over 60: i vecchietti della Classe sono avvisati…

. Egidio ha portato in mostra due alberi nuovi realizzati da Michele Petrucci (Alien) dietro sue indicazioni. Diametro piccolo e canalina dentro il profilo anziché all’esterno. Molto belle le crocette. Il metodo di costruzione, dice Egidio, consente di modificare facilmente la flessibilità come quantità e posizione e infatti ne aveva due: uno più rigido (simile a un Cst di qualche anno fa, quindi non morbidissimo come gli ultimi) e uno più morbido. Bisogna aspettare le verifiche in acqua ma la sensazione è che siano fatti molto bene.

. Interessante innovazione di Mascino: una leva sul boma per mollare (e tirare) contemporaneamente base e cunnigham. Molto utile prima del passaggio in boa ma soprattutto una conferma: Paolo, d’inverno e senza barca, non riesce proprio a stare fermo.

. Babbi è molto veloce di bolina: non ancora a suo agio nelle virate, sceglieva bordi lunghi e sopra la lay-line. Poi, grazie all’effetto leva (è molto alto) arrivava in boa come un missile. Il tempo di oliare le manovre e ne vedremo delle belle.

. Federico Core ci ha ripensato: dopo gli annunci dello scorso anno (vendo tutto) ha portato la barca ad Ancona per allenarsi d’invenro con quella bella flotta Risultato? Non vende nulla e va molto bene.

. Ottimo esordio di Alessandro Ferrari: molto elegante a bordo (scuola Laser?) e già a suo agio con manovre e passo. A questo punto non è più “il fratello di Marco”: si chiama Alessandro ed è un ottimo contenderista.

. A proposito di esordienti: benvenuto a Marco Cordioli che si è presentato con uno Smith di vecchia data ma uno spirito assai agguerrito. Ha comprato l’albero morbido della Alien, segno che sta già affilando le armi.

. Sei prove su sei con sole e vento vogliono dire tante cose: la prima è che ci siamo divertiti parecchio; la seconda che Santa Marinella, come dice Davide Fontana (auguri per il ginocchio!) è una piccola Santa Cruz. La terza che, se il buongiorno si vede dal mattino, quella del 2024 ha tutta l’aria di essere una grande stagione.

Ci vediamo a Porto Corsini!

Anonimo Chiavarese

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